ENGAGEMENT, UNA BRUTTA PAROLA INGLESE ALLA QUALE PREFERISCO “RELAZIONE”

Pur parlando sempre di business, pur comprendendo che non posso mettermi a parlare di social network semplicemente per un fatto ludico, cosa che tra l’altro fanno ancora la maggior parte degli utenti, ditemi tutto quello che volete, ma la parola engagement non mi piace.

Avete provato a mettere engagement in Google Traduttore ? Escono le seguenti possibili traduzioni: “impegno, fidanzamento, assunzione, scontro, appuntamento, reclutamento”.

Quale di queste traduzioni letterali vi soddisfa ?

A me nessuna, sarà perché da sempre sono convinto che i “social network” (non i “social media”) hanno un senso se servono per creare delle relazioni “vere” e “one to one” (tra persone quindi).  Non servono per comunicare in maniera unidirezionale, non servono per carpire la fiducia di una persona (di un’azienda) e aggaciarla semplicemente per fare i propri affari. Anche “fidanzamento” come traduzione sarebbe eccessiva, perché indica quasi legame inscindibile e non aperto ad altre relazioni, invece la relazione deve essere basata sulla fiducia, ma deve anche lasciare liberi.

Fiducia, una parola magica della quale non ci dobbiamo mai dimenticare. Le relazioni tra persone, anche le relazioni on line devono basarsi sul fattore fiducia. Bisogna essere trasparenti rispetto all’altro.

Una relazione ha bisogno di un lasso di tempo utile per consolidarsi, per consentire la conoscenza, per capire che ci si può fidare.

I Social Network, e ancor più Facebook che ha esasperato all’estremo tale concetto (esagerando magari), sono reti di amici, reti di amici che, se anche fisicamente non si conoscono, hanno il piacere di condividere interessi, amicizie, attenzioni, ilarità gioia, dolori, rabbia, obiettivi sociali e perché no, anche affari.

La rete di relazioni nata dai social network tende ad essere senza barriere, è per questo che l’inglesismo “engagement”, molto british, e quindi molto freddo e business, non mi piace.

Preferisco parlare di relazioni. Del resto non siamo noi italiani che diciamo “se son rose fioriranno”.

E allora, pazienza, ascolto, confronto, condivisione… e poi anche business perché no.