Sempre più oggi si parla di Smart City, della città intelligente. Rispetto a questa definizione fino a qualche tempo si pensava e si pensa ad una città fortemente tecnologica dotata di sistemi in grado di ottimizzare la sua stessa vita, i suoi costi, l’impatto sull’ambiente, la mobilità, le telecomunicazioni, le infrastrutture in genere.
Tutto vero, però è chiaro, come si è notato con tante innovazioni tecnologiche in tanti campi, che nessuna innovazione funziona se non diventa di pubblico e comune utilizzo.
La stessa internet è diventato un strumento di comunicazione e condivisione micidiale nel momento in cui le connessioni, i PC e la banda sono diventati di più comune utilizzo all’interno delle abitazioni dei cittadini del mondo.
Vuol dire che quindi che le città potranno diventare intelligenti solo se riusciranno a coinvolgere i propri cittadini in questo “gioco di innovazione”. Non solo Smart City quindi, ma soprattutto Smart Citizen. Il cittadino protagonista, il cittadino che rende lui intelligente la città in quanto partecipe del progetto di Smart City.
Per questo motivo, da un po’ di tempo è entrata a pieno titolo nel tema delle Smart Cities, la comunicazione, anzi la condivisione con i cittadini della vita della città.
I sistemi di comunicazione con il cittadino abbandonano l’unidirezionalità Pubblica Amministrazione cittadino e diventano bidirezionali, anzi, multi direzionali, si fanno rete. PA a Cittadino, cittadino a cittadino, Cittadini a PA.
La partecipazione, la condivisione, della vita della città diventa un valore imprescindibile per le smart cities. E’ su questo che molti degli sforzi vanno fatti e si devono fare. Gli strumenti ormai ci sono, vanno solo utilizzati al meglio e con obiettivi precisi.
L’utilizzo del web 2.0, di strumenti che diffondano la partecipazione e la conoscenza, la possibilità di segnalare con facilità istanze e comprendere se esse siano o meno condivise anche da altri cittadini e avere così il polso della città, è una delle prima attività che Smart City deve mettere in programma. Quanto più la conoscenza sarà diffusa, tanto più sarà alta la partecipazione, tanto più la città sarà efficiente e gradita ai propri cittadini che la vivono e la sentono propria. Non una nuova forma di democrazia, ma un modo per rendere “intelligente” l’attività sul e per il territorio. Quale attività potrà risultare migliore che non quella valutata a priori come ben vista e auspicata dal cittadino ? Quale amministrazione sarà più apprezzata di quella che si apre al dialogo e al confronto per assumere decisioni ?