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Content Marketing, il contenuto dà forma al contenitore
Al centro i contenuti !
Al centro i contenuti !

Avevo chiuso il 2012 dicendo che il 2013 sarebbe stato l’anno dei contenuti e in effetti pare che sia vero. Ormai tutti dicono che una delle azioni più efficaci che si possano mettere in campo è quella di rendere accattivanti i propri brand, i propri servizi i propri prodotti, attraverso la diffusione di contenuti, utili, interessanti, simpatici o godibili che rendano chi li diffonde o aiuta a diffonderli “simpatico” al pubblico di riferimento.
Si sa che, per questo 2013 iniziato da circa un mese, molte aziende B2B  hanno pensato di investire (e lo stanno facendo) parte del loro budget  in campagne di marketing volte alla produzione e alla diffusione di contenuti che aiutino a generare contatti, a rafforzare la loro brand reputation, ad aiutare e a informare e coinvolgere i propri clienti.

Nel 2013, le aziende che andranno meglio saranno quelle che sapranno mettere in campo innovative strategie di marketing collegate alla diffusione e alla produzione di contenuti.

Ecco quello che potrebbe accedere nel futuro più immediato:

1. Dalla palestra al campo

Se nel 2012 molti marketers e produttori di contenuti (compreso il sottoscritto) si sono allenati sulla rete come se fosse una palestra per produrre contenuti in grado di attirare l’attenzione dei lettori e di generare discussione il 2013 vedrà gli stessi alle prese con la discesa in campo per giocare una partita vera. Ora c’è bisogno di capire se si è vermanete in grado di operare azioni di content marketing in grado di indirizzare il traffico, di generare lead e di favorire le vendite.
Imparando a misurare le azioni messe in campo bisognerà essere in grado di fornire dati significativi e analisi convincenti per dimostrare che tutti gli sforzi avranno avuto un vero e proprio valore per il business.

2. Il sito internet morirà ?

A questa domanda non voglio rispondere in maniera drastica, ma una cosa è certa: I social media e le nuove tecnologie hanno permesso alle singole persone ancor prima che ai brand di curare in maniera dettagliata e capillare la propria esperienza sul web. E’ più facile di un marchio o di una persona, oggi, in una ricerca, trovare la pagina Facebook o il profilo Twitter che non l’homepage del sito di riferimento.
Ovviamente non basta una presenza, quello che va curato per ottenere dei veri risultati è il contenuto ben fatto, di qualità, creativo. Non è vincente quindi la semplice presenza o il semplice contenuto, ma il contenuto di valore.
Il contenuto, anche ben fatto, non potrà essere scritto o realizzato su argomenti casuali, ma dovrà essere realizzato dopo aver ben pensato e analizzato quale sarà il “pubblico” di riferimento. I contenuti, quelli ben fatti, riusciranno, quindi, ad orientare l’utente verso il sito di proprietà dell’azienda. I marketing manager dovranno saper diffondere e amplificare i contenuti che si andranno a creare. Il sito internet quindi non morirà, ma sarà l’approdo finale, il salotto buono, e non la porta d’ingresso dell’azienda

3. Sparare contenuti, non servirà a nulla

Le aziende dovranno convincersi che creare ogni tanto un post, magari realizzato dallo stagista di turno, non servirà a molto.
Quello che avrà valore sarà la personalizzazione dei contenuti, l’originalità e la capacità di orientare gli stessi rispetto  a specifiche categorie di destinatari.

4. Nulla lasciato al caso

I marketers e coloro che andranno generare contenuti dovranno impegnarsi nella creazione dei contenuti perché, come si è detto, essi saranno fortemente pensati per le persone che si andranno a coinvolgere. Bisognerà destinare  risorse  e  tempo sufficienti per pensare e mettere in pratica le strategie relative alla pubblicazione e alla distribuzione di di contenuti attentamente pianificati.

5. Non perdono di potenza l’immagine e innovazione

Anche se parlare di contenuti può far pensare a parole e a contenuti tutti finalizzati ad ottenere risultati, non si può prescindere dal fatto che, la persona che frequenta il web, sia esso un manager che un possibile cliente finale,  cerca un’esperienza positiva, un qualcosa che lo colpisca. Le piattaforme web, non potranno prescindere dal design, ma esso si dovrà accompagnare anche all’innovazione della piattaforma stessa e alla capacità di far sentire libero l’utente nella navigazione e nelle scelte senza troppi passaggi obbligati.

6. Chi fa content marketing è come una redazione

Nel marketing di questo inizio di terzo millennio non può essere statico, i contenuti generati devono ruotare velocemente, la generazione di contenuti deve essere costante. Bisogna agire come una redazione, la velocità è tutto.
Se ad esempio su Twitter è piena di notizie su un argomento di interesse di una determinata società, quella società non può non avere quel contenuto pubblicato sulle sue pagine.
Cambia radicalmente il mondo delle Pubbliche Relazioni aziendali fatte di messagi ponderati a lungo, revisionati, e poi diffusi attraverso la sola stampa o altro canale. Oggi la comunicazione avviene in tempo reale. Il contenuto, il messaggio deve essere sempre “fresco” e attinente al proprio mercato di riferimento.

7. I banner e la pubblicità sono morti !

Dei banner da un po’ di tempo sono stati pubblicati anche i necrologi. Ora che cosa succederà ?
Si comincia a parlare di nuovi nuovi formati per gli annunci pubblicitari, tra questi sicuramente vi troviamo “Flite”, i contenuti sono al centro della sua azione.
In quest modo si pensa che si favoriranno le campagne e  i marchi, facilitando l’engagement, i nuovi leads e le vendite.

Una cosa è certa il contenuto, sia esso scritto, video, o immagine sarà al centro del nuovo modo di comunicare sulla rete. Spariranno sempre più gli editori nel senso antico del termine (coloro che investono per produrre contenuti e poi cercano la pubblicità per sostenersi. I contenuti saranno essi stessi fonte di introito o non saranno) e i nuovi editori saranno gli autori stessi dei contenuti. Quindi o le aziende, o i blogger, o coloro in grado di realizzare contenuti video.

Michele Dell’Edera
A proposito, se vorrete potremo approfondire questo ed altri argomenti a Bari allo Smau il prossimo 6 e 7 febbraio

(liberamente reinterpretato da un articolo pubblicato su Mashable.com)

Ecco il 2013, l’anno dei contenuti, l’anno della social media optimization e non solo

matitecolorateOrmai siamo praticamente nel 2013 e, forse, non si è ancora dipanato un dubbio per i molti che vogliono avvicinarsi all’utilizzo di internet in chiave social e web 2.0. Ma sono più importanti le tecnologie o i contenuti ? Il contenitore o ciò che contiene ? L’App del momento o una buona comunicazione ?

Diciamolo subito le piattaforme web e mobile di oggi favoriscono  molto la comunicazione, la relazione. La rendono più semplice, più immediata, più “condivisibile”.

Ma quante persone (aziende) comunicano oggi sulla rete o attraverso i dispositivi mobile ?

E quante speranze ha un mio messaggio di essere, visto, letto e condiviso ?

Se la mettiamo così possiamo dire che le persone che utilizzano la rete, a prescindere dal dispositivo che utilizzano, sono tantissime e che quindi il mio messaggio o “buca” la rete o si perde nell’oceano delle parole del web.

Assodato che anche le aziende ormai guardano con qualcosa di più del semplice interesse la rete  e i social network come strumento per comunicare con il mondo è altrettanto assodato che c’è bisogno, in questo 2013 che comincia, di un salto di qualità, c’è bisongo di contenuti in grado di attirare l’interesse della propria rete sociale e delle reti sociali di ciascun contatto della propria rete sociale.

C’è bisogno di persone che sappiano dare, a chi ha voglia di comunicare attraverso i social e il web 2.0, un qualcosa di più. C’è bisogno di creare contenuti sempre meglio realizzati e pensati per una social media optimization di alto livello.

Un social copywriter come dice qualcuno, un social media manager, come dice qualcun altro. Una cosa è certa: i contenuti la faranno da padrone e saranno tanto più efficiaci quanto più saranno in grado di utilizzare i “cavalli” (la potenza) delle tecnologie e delle piattaforme a disposizione.

Testi, musica, video, immagini, geolocalizzazione il tutto in un pout pourri di linguaggi comunicativi in grado di attrarre l’attenzione e coinvolgere le persone che vedranno, leggeranno, ascolteranno, rimarranno colpiti dai nostri messaggi.

Un insieme, quindi, di linguaggi o codici di comunicazione in grado di coinvolgere.

Ma allora la tecnologia o meglio le competenze tecnologiche non avranno più importanza ? Secondo me avranno importanza e avranno un ruolo tutti quegli esperti che si metteranno a servizio, o meglio, che faranno squadra con chi lavorerà ai contenuti creando mix sempre più complessi, ma di semplice utilizzo, tra comunicazione e tecnologia.

Immaginiamo delle app particolarmete efficaci, ma anche estremamente user friendly, immaginiamo dei video dai contenuti molto ben studiati, ma anche molto ben montati, immaginiamo la stessa cosa con immagini e infografiche particolarmente accattivanti.

Il 2013 è un’occasione in più per presentarsi al mondo con “grandi” contenuti e con “grandi” contenitori in grado di vincere l’anonimato e, anche, le distanze geografiche che una volta sembravano un ostacolo allo sviluppo di nuovi e vecchi Business.

BUON 2013 !

Michele Dell’Edera

Il ruolo dell’e-mail marketing, una ricerca di e-Circle

Interessante, la pubblico volentieri:

“eCircle, ha reso noti i risultati dello studio “Email Marketing su ciclo di vita dell’utente. Sogno o realtà per le aziende italiane?” condotto a livello locale con l’obiettivo di ottenere una visione generale sullo stato di evoluzione delle strategie di email marketing in Italia con particolare focus su quei programmi che prevedono comunicazioni personalizzate per consumatori e clienti.

La ricerca, che ha coinvolto oltre 240 Responsabili Marketing, Marketing Manager e Online Marketing Manager italiani, rivela in primis come le aziende italiane siano ancora poco focalizzate sull’email marketing: circa il 60% dei marketer coinvolti nell’indagine dichiara che in azienda vi è solo una persona dedicata all’attività di email marketing (nel 41,2% dei casi part-time).

Le aziende italiane si confermano sicuramente meno attive rispetto ad altri Paesi europei, come Germania o Regno Unito, anche per quanto riguarda la personalizzazione di messaggi e contenuti inviati agli utenti, siano essi clienti o potenziali clienti. Sono già un discreto numero i marketer che raccolgono informazioni sul comportamento relativo alla newsletter (59%), informazioni geo-targetizzate (40%) o legate alla navigazione web (30%). Di questi però solo meno della metà le utilizza effettivamente per inviare comunicazioni personalizzate ai singoli utenti o a gruppi con caratteristiche analoghe.

Perché i marketer non utilizzano i dati raccolti, seppur preziosissimi, per identificare contenuti e informazioni più rilevanti per i destinatari? Questo limite è sicuramente da imputare al fatto che in molti casi le aziende non hanno ancora implementato alcuna integrazione tra la piattaforma utilizzata per l’attività di email marketing e gli altri sistemi tra cui CRM, tool di web analytics, piattaforme di gestione del sito e-commerce, piattaforme di social CRM ecc. Solo il 34,2% dei marketer coinvolti nell’indagine conferma di beneficiare dell’integrazione tra la piattaforma per email marketing e quella di web analytics, mentre la percentuale delle aziende che la integrano con un sistema CRM è ferma al 23% e al 16,7% per le piattaforme di gestione dello shop online.

In linea con quanto emerso nelle precedenti domande anche la risposta al quesito chiave dello studio “Avete già implementato un programma di messaggi automatici su ciclo di vita del cliente?”. Solo il 18% degli intervistati dichiara di aver già scelto questa strategia mentre la maggior parte (71%) si affida ad una strategia di email marketing ancora molto “basic”.

Tra i marketer che hanno implementato questi programmi, il 46% si dichiara soddisfatto e ne conferma l’efficacia, con un 38,5% che dichiara di aver ottenuto un aumento delle performance pari al 50%. Tra i principali vantaggi dei programmi di email marketing su “ciclo di vita” i marketer italiani registrano aumento della fidelizzazione (69%), aumento del ROI (50%) e aumento della customer satisfaction (42%).

“Questa ricerca che ha coinvolto oltre 240 marketer italiani è stata per noi un ottimo strumento d’indagine che può aiutarci a comprendere meglio lo stato di evoluzione del mercato italiano e a prendere di conseguenza importanti decisioni a livello strategico e di business,” ha commentato Maurizio Alberti, Managing Director di eCircle Italia. “Nonostante le aziende italiane siano ancora piuttosto indietro in ambito email marketing, sono ottimista per il futuro perché i dati della ricerca dimostrano che i benefici apportati da queste azioni in termini di incremento del ROI, fidelizzazione e customer satisfaction vengono effettivamente riconosciuti dai marketer. Un dato molto interessante riguarda la propensione verso queste tipologie di programmi di email marketing anche da parte delle aziende che non li utilizzano attualmente: il 33% dei marketer che non le ha ancora implementate dichiara di volerlo fare entro prossimi 12 mesi. La sempre maggiore apertura dei retailer stranieri a queste strategie, con evidenti risultati, offre inoltre una forte spinta alle realtà italiane nel seguire questo percorso. La soddisfazione espressa dalle aziende intervistate è fondamentale per la crescita del nostro business”.

L’indagine, condotta da eCircle in collaborazione con Human Highway, è stata realizzata durante il mese di settembre tramite una survey online.

Per scaricare l’Executive Summary dell’Indagine “Email Marketing su ciclo di vita dell’utente. Sogno o realtà per le aziende italiane?” cliccare qui

Per scaricare le immagini con i grafici dello studio (solo per uso stampa) cliccare qui”

 

si vince solo all'ultima buca, così anche nell'impresa 2.0
Il successo si ottiene all’ultima buca

si vince solo all'ultima buca, così anche nell'impresa 2.0Come nel golf così in un’azienda, anche se il successo si costruisce passo dopo passo, buca dopo buca, bisogna aver chiari gli obiettivi finali ed essere consapevoli che tali obiettivi saranno raggiunti quando avremo centrato l’ultima buca del nostro business “green” (prato per i golfisti).

La metafora del golf, mi piace molto per rappresentare il percorso che ciascun impresa deve fare per poter raggiungere i propri obiettivi di business, in particolare con l’utilizzo delle nuove tecnologie di rete che consentono di condividere, gestire e promuovere progetti in maniera semplice e veloce.

Bisogna però avere bene in mente quale sia e dove sia posizionata l’ultima buca, senza dimenticare però le buche intermedie e il percorso da effettuare per raggiungerle tutte. Quali le tecniche, quali persone coninvolgere, qualli strumenti utilizzare, come riorganizzare la propria azienda, la propria attività.

Ecco perché ho deciso di adottare il campo da golf come immagine del mio blog e della mia comunicazione in generale. Aiutare le aziende e gli enti che in qualche maniera decidono di calpestare il prato 2.0 e le sue sfide è uno dei miei obiettivi.

Buca dopo buca, passo dopo passo, suggerendo le strategie e strumenti giusti. Del resto anche giocando a Golf bisogna valutare, il vento, le traiettorie giuste, gli ostacoli da superare, le dune, le sabbie… Metafora della vita di ciascun imprenditore.

Piccolo vocabolario del web 2.0 e del social media marketing

L’abitudine ad utilizzare termini in inglese specialmente se si trattano temi legati al web e alla comunicazione 2.0 un po’ risulta essere ormai una necessità (non ci sono termini equivalenti) un po’ è un fatto di moda (non posso dire le stesse cose in italiano perché sarei troppo poco “figo”). E allora ? Allora spesso risultiamo (specialmente noi consulenti e comunicatori) poco comprensibili sia nei confronti dei nostri cclienti sia nei confronti dei clienti dei nostri clienti, scusate il gioco di parole.

Di seguito ho provato a fare un piccolo elenco dei termini che potremmo incontrare e che potrebbero risultare sostanzialmente intraducibili. Un elenco che va dai termini tecnologici, a quelli legati alla comunicazione, a quelli legati al mercato e al mondo degli affari in genere. Mi scuso fin d’ora per l’incompletezza di questo piccolo vocabolario, ma vuole essere un piccolo contributo, magari per i non addetti ai lavori.

A
API – Application Programming Interface
. E’ un termine comunemente usato dagli sviluppatori – Un API è sostanzialmente un codice che serve a mettere in comunicazione tra di loro più componenti software.

Avatar
– Sono immagini che si prefiggono di rappresentare le persone. Gli Avatar possono essere un logo, un’immagine, una foto.

B
B2B – Business to Business
, Questo termine o acronimo è comunemente usato per descrivere la tipologia di clienti di un’azienda e quindi la sua tipologia di mercato. In questo caso si tratta di una società che ha clienti prevalentemente Business. Cioè altre aziende.

B2C – Business to Consumer
, Questo termine o acronimo è comunemente usato per descrivere la tipologia di clienti di un’azienda e quindi la sua tipologia di mercato. In questo caso si tratta di una società che ha come clienti direttamente i privati, i consumatori (ad esempio un supermercato).

Blogabbreviazione di Weblog . E’ un sito web simile a un diario. Oggi però moltissime aziende li usano per le notizie economiche, suggerimenti e trucchi, racconto dell’attività aziendale, interventi sul proprio settore di attività. Leggi il blog

ANCHE QUEST’ANNO SARO’ A SMAU, CI VENITE ?

Dopo la positiva esperienza dello scorso anno, anche quest’anno sarò tra i relatori di SMAU Business nelle varie tappe di Bari, Roma, Padova, Bologna e Milano.

Devo dire la verità, lo scorso anno, l’esperienza è stata per me estremamente positiva non tanto per le cose, spero interessanti, che ho potuto raccontare rispetto a Social Network e CRM, quanto per il confronto che ho avuto con tutti coloro che hanno partecipato ai workshop e con i quali, poi ho potuto scambiare quattro chiacchiere davvero interessanti e arricchenti dal punto di vista professionale.

Quest’anno cercherò, insieme ad Asernet, di affrontare il tema del Marketing di prossimità alla luce di come si sono evolute le tecnologie e gli strumenti social e mobile. Ne parleremo alle 16 del 16 febbraio a SMAU Bari, presso la Fiera del Levante nell’Arena Social Media. Vi aspetto tutti ! Leggi il blog

SOCIAL CRM, CI SIAMO ? PARLIAMONE A SMAU MILANO !

Ci siamo, dal 19 al 21 ottobre a Milano, si tiene SMAU business 2011. A nche in questa tappa proverò ad approfondire le tematiche relative alla trasformazione necessarie per le aziende che vogliano entrare nel mondo dei Social con un approccio giusto e non vogliano disperdere risorse, ma, anzi, ottimizzare tutte le informazioni, le relazioni, i feedback che arrivano dal mondo dei Social Network.

L’Azienda diventa Social ! E’ possibile ? E’ possibile fare tesoro di queste esperienze 2.0 ? E’ possibile che i Social entrino in relazione con il nostro CRM, con l’organizzazione aziendale ?

Ne parleremo a SMAU il 20 ottobre alle 13 nell’Arena Marketing Trends al padiglione 3, oppure tutti i giorni dal 19 al 21 presso il padiglione 4  allo stand C1 di ASERNET.

Vi aspetto
Michele Dell’Edera

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