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Di cosa ti occupi ? Sapete rispondere a questa domanda ?

Quando c’è un incontro per affari una delle prime domande che ci viene fatta è: Di cosa ti occupi ?

Proviamo a fare un esercizio: Proviamo a spiegare con 10 parole di cosa ci occupiamo.

Avete fatto ?  Magari se volete, inviatemi pure le descrizioni che sono venute fuori !

Provo ad aiutarvi proponendovi di tenere ben in mente tre aspetti dei quali non potete non tener conto:

  • Cosa fate ?
  • Per chi lo fate ?
  • Perché lo fate meglio degli altri (perché dovrebbero scegliervi)

Se siete riusciti a tirare fuori quella famosa risposta al “di cosa ti occupi ?”, molto probabilmente avete a vostra disposizione la descrizione breve della vostra azienda e, magari, tutti gli elementi per creare il vostro payoff aziendale.

Il racconto vostro e della vostra azienda dovrebbe poi comprendere delle storie che provino a:

  • Descrivere il proprio mercato di riferimento e il suo principale problema
  • Descrivere la (vostra) possibile soluzione del problema
  • Raccontare una storia concreta nella quale “tu” azienda hai risolto quel problema
  • Raccontare i benefici ottenuti dai vostri clienti una volta usata la vostra soluzione. Raccontare un caso di studio oppure far raccontare ai tuoi clienti la loro storia con te.

Non dimenticare che tu (e anche io ovviamente) per esistere devi comunicare te e il tuo brand. Per farlo c’è bisogno che:

  • Il tuo brand (anche personale) debba rappresentare una sua specializzazione
  • Il tuo brand debba essere quindi associato a una categoria ben precisa e riconosciuta
  • Tu racconti i punti che hai in comune con il tuo pubblico (dove puoi essere utile e come)
  • Tu promuova anche gli altri (e il loro lavoro o riflessioni) … In questo modo promuoverai anche te stesso

Parleremo di comunicazione e di brand anche nei prossimi appuntamenti di #EcommerceLAB. il primo in calendario è il 26 settembre a Foggia nel quale parleremo di negozio e marketing digitale di prossimità. Se vuoi e puoi partecipa. Prossimi appuntamenti a Taranto e in altre città italiane.

Ecosistema web, come cominciamo in 7 mosse.

Al netto di tutta la parte legata alla fondamentale fase di analisi, di stesura del Business plan, di valutazione delle risorse a disposizione e del mercato, oltre a un’attenta valutazione su strumenti e uomini a disposizione del progetto, proviamo a dire, operativamente come cominciamo:

Mettiamo su la piattaforma software per il content management
Che sia un progetto di e-commerce, o un progetto web dovremo scegliere quale piattaforma CMS (Content Management System) fa al caso nostro, progettare l’albero del sito, procurarci i contenuti e inserirli facendo attenzione che siano pensati anche per una corretta indicizzazione nei motori di ricerca. Il sito va progettato anche in modo tale che garantisca una buona esperienza di utilizzo all’utente.

Creiamo il nostro profilo sulle varie piattaforme social prescelte.
Scegliamo le piattaforme più adatte al nostro progetto d’impresa sulla rete e agli obiettivi che si vogliono raggiungere. Ad esempio: Facebook, Twitter, Instagram e Linkedin.
Su Facebook creeremo la nostra pagina fan aziendale, di store o di prodotto. Su Twitter il nostro profilo, su Instagram la stessa cosa veicolando immagini evocative della nostra attività, della nostra produzione (ad esempio il prodotto base dei nostri prodotti… produciamo birra… che so.. il luppolo) e una pagina Linkedin aziendale. A proposito di Linkedin sarebbe opportuno che anche il personale aziendale e, soprattutto il management, siano presenti anche con profili personali su questa piattaforma per trasmettere l’idea che non c’è solo l’azienda… la Partita Iva, ma le persone dietro quella attività.

E’ fondamentale che i profili aziendali siano completi di tutte le informazioni: breve presentazione aziendale o di prodotto, tutte le possibilità di contattare l’azienda (sito, blog, e-mail, skype, telefono, chat, ecc.), tutti i link necessari a raggiungere più informazioni, tutti gli strumenti necessari affinché chi entra in contatto con l’azienda possa lasciare una traccia… una e-mail ad esempio, con un’iscrizione a una newsletter…

Condividiamo 
Condividiamo i contenuti nostri e di terzi senza avere remore se attinenti a ciò di cui ci occupiamo. Sono i contenuti che aiutano a creare contatti e relazioni.

Costruiamo Connessioni / Relazioni
Sulla rete bisogna andare alla ricerca di contatti. Su alcuni social, soprattutto a livello personale e non come azienda, è possibile andare a richiedere il contatto a chi pensiamo possa essere una persona interessata ai nostri contenuti o semplicemente interessante per ciò che scrive o pubblica. La pubblicazione e la condivisione dei contenuti, l’utilizzo degli hashtag o il taggare nei nostri post altri interlocutori può facilitare il contatto e la relazione che poi va coltivata e resa produttiva in qualsiasi senso noi vogliamo intendere la parola “produttiva”. Potremmo sintetizzare: Deve darci valore e noi dobbiamo dare valore.

Integriamo i vari canali tra loro (se lo riteniamo utile o valido per noi)
C’è la possibilità di connettere molti canali social e web (siti, blog) tra di loro. Se lo riteniamo utile ai nostri obiettivi facciamolo pure. Io resto comunque convinto che ogni canale digitale ha un suo linguaggio e una sua utenza e non sempre ciò che funziona in un canale funzionerà nell’altro. Questa però è una valutazione che dovete fare voi anche in base alle verifiche che andrete a fare nel tempo e al successo o all’insuccesso che avranno i vostri post su un canale piuttosto che su un altro.

Contenuti coerenti ai nostri obiettivi
Ovviamente non possiamo parlare del sesso degli angeli se questo non ha nulla a che vedere con il nostro business. Parleremo di questioni o direttamente connesse al nostro business o in qualche modo correlate. In ogni caso i nostri contenuti dovranno essere: interessanti, divertenti, simpatici, utili o in grado di trasferire valore (qualunque esso sia). Se saranno così risulteranno essere “virali”.

Siamo presenti (presidiamo i nostri canali) 
Se abbiamo messo su un ecosistema web e una serie di canali digitali questi vanno presidiati. Questo sia pubblicando contenuti che gestendo le interazioni che si andranno a creare con i vostri interlocutori. Canali digitali poco aggiornati o che non danno risposte ai propri interlocutori sono canali inutili e presto saranno abbandonati dalla vostra utenza che, a quel punto, risulterà essere solo “di passaggio”.

Buon lavoro !

…e se volete contattatemi !

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Per chi si è perso #EcommerceLAB ecco la registrazione video

Per chi si è perso lo scorso 27 giugno l’EcommerceLAB a Foggia, ecco la registrazione dell’evento. Per vedere i mio intervento portate il cursore al punto 2.12.15 del video.

Ecco l’elenco degli intervento dei miei colleghi.

L’intervento di Apertura è di Domenico Palma Valente
Per vedere il secondo intervento di Gianluca Molinaro portate il cursone al punto 51,00 del video
Per vedere l’intervento di Raffaele Tortora portate il cursone al punto 1.16.18 del video
Per vedere l’intervento di Giuseppe Cristofaro portate il cursone al punto 2.51.00 del video
Per vedere la chiusura di Domenico Palma Valente portate il cursone al punto 3.25.00 del video.

 

Clicca qui per vedere il video

Parliamone ad #EcommerceLAB, il mio personale video invito

Il 27 Giugno alle ore 15 presso la Camera di Commercio di Foggia vi aspetto insieme ai miei colleghi di Asernet a “EcommerceLAB: perché, come e quando investire in un negozio on line”

 

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=Spx4-12TzK8?ecver=2]

Iscriviti direttamente da qui a #ECOMMERCELAB
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* i dati raccolti saranno solo ed esclusivamente utilizzati per l’evento segnalato.
Digital Strategies: Consulenti e Azienda, la sinergia è indispensabile

Se c’è una cosa di cui si lamentano e le aziende e i consulenti, quando si parla di digital strategies è che ognuna va per conto suo.

L’azienda continua la sua vita come se nulla fosse, i consulenti provano a mendicare informazioni dal management o da chiunque possa fare una “soffiata” su ciò che l’azienda sta facendo o vorrebbe fare.

Questo succede, forse, perché si parte da due assunti sbagliati e cioè:

  1. L’imprenditore crede di aver delegato ed esternalizzato in toto la presenza dell’azienda sulla rete e che questa attività vive e vivrà di vita propria.
  2. Il o i consulenti credono di essere talmente in gamba che, una volta definiti gli obiettivi e conosciuta l’azienda, non sarà più necessario sentire il management perché tanto di comunicazione e strategie su web  se ne occuperanno loro.

Il primo sbaglia perché l’azienda che prende vita sul web non è un’altra entità che vivrà di vita propria salvo portare nuovi incassi e nuovi contatti all’azienda “in carne ed ossa”… quella reale. presto si accorgerà che le cose non funzionano o, peggio, dimenticherà che la sua azienda vive anche on line.

I secondi perché passate le prime settimane a pubblicare post, foto e video, che parlano dell’azienda a un certo punto si troveranno a corto di idee e di notizie “vere” riguardanti l’azienda cliente, i suoi prodotti, le sue strategie, le nuove campagne in store, eccetera. Cominceranno ad annaspare !

Quando si decide di varare un progetto digitale di un’azienda, a maggior ragione se poi si tratta di e-commerce, tra azienda madre e azienda consulente si stipula non un contratto, ma una specie di matrimonio. Si decide cioè di fare un percorso condiviso nel quale è fondamentale delegare le operatività al fornitore, ma anche rendere sinergiche tutte le decisioni strategiche. Senza sinergia tra fornitore e cliente non ci possono essere risultati apprezzabili.

Il fornitore di servizi digitali in realtà diventa uno di casa, un parente stretto, uno dell’azienda. I contatti con il management sono giornalieri.

Questo consentirà di essere efficaci nell’azione on line, ma anche di correggere o migliorare il tiro.

Senza sinergie, questo matrimonio durerà poco.

Per chi vuole incontrarmi, alle 15, il 27 giugno sono a #EcommerceLAB a Foggia in Camera di Commercio.

Vediamoci ad #EcommerceLAB in Camera di Commercio a #Foggia

Il prossimo 27 giugno alle ore 15,  sarò in  Camera di Commercio a Foggia, ad “EcommerceLAB: perché, come e quando investire in un negozio on line”, evento organizzato da Asernet in partnership con Compagnia delle Opere di Foggia, Confindustria Foggia – Piccola Industria, Confcommercio Foggia. Un vero e proprio laboratorio sull’e-Commerce dedicato agli imprenditori che vogliono aprire un negozio on line o che hanno già iniziato la loro avventura digitale e vogliono approfondire.

Sarò là insieme a Domenico Palma Valente, Gianluca Molinaro e Raffaele Tortora a raccontarvi come aprire un negozio on line e fare e-commerce non sia una scelta che si improvvisa.

Per partire c’è bisogno di un Business Plan, di conoscere il proprio settore di riferimento e il comportamento relativo del proprio mercato sulla rete, sapere quanto, come e dove investire.

Poi bisognerà scegliere la piattaforma software più adeguata al modello di business che vi siete dati e ai vostri potenziali clienti; bisognerà pensare alla logistica e alle strategie marketing.

 

Lavoreremo insieme, simulando casi concreti e tenendo conto di tutti i particolari necessari a rendere di successo un progetto di negozio on line sia esso BtoB che BtoC.

L’incontro è gratuito ed è aperto al pubblico, vi aspetto per poter scambiare due chiacchiere con voi e arricchirmi di ulteriori aspetti a cui magari non avevo mai pensato nella realizzazione di un sito e-commerce

Durante l’incontro, ma anche da subito, possiamo usare l’hashtag #EcommerceLAB.

Vi aspetto, intanto iscrivetevi !

Social Network e Azienda. E se invece ci fosse un’organizzazione decentralizzata ?

Dalle risposte che mi avete offerto on line in uno dei post precedenti pare che una certa maggioranza di voi propenda per un’organizzazione decentralizzata rispetto all’uso dei social network in azienda.

Diciamo che questa maggioranza mi trova abbastanza d’accordo, proviamo però anche qui a capire se ci siano pro e contro in questa scelta.

Partiamo dal presupposto che abbiamo effettuato assolutamente alcuni passi che sono fondamentali per partire e che qui, giusto per pro memoria, proviamo a ricordare e cioè:

  • Che ci sia stata un’approfondita analisi della situazione di partenza
  • Che si sia verificato e si sia a conoscenza  del know-how presente in azienda
  • Che gli obiettivi da raggiungere siano chiari (e ovviamente raggiungibili)
  • Che ci sia una strategia ben definita
  • Che ci sia un piano “editoriale” e operativo ben definito, almeno sotto forma di canovaccio da seguire nell’elaborazione del lavoro da parte dei vari componenti dello staff.

Come si un muove un’organizzazione in modo decentralizzato:

  • Ogni parte del team aziendale (quella deputata ad “andare fuori”, a comunicare e a creare relazioni), a seconda delle responsabilità partecipa alle attività sui social
  • L’interazione con i possibili interlocutori on line è veloce, ciascuno risponde per le proprie competenze e questo rende più efficace la comunicazione e favorisce la creazione di una community
  • Si riesce ad essere efficaci più in fretta e ad ottenere dei risultati migliori
  • Con un’organizzazione di questo tipo e con l’assunzione di responsabilità da parte di molti, sarà favorito il consolidamento e la nascita di nuove competenze.

Anche un’organizzazione decentralizzata può incorrere in difficoltà:

  • La rinuncia al controllo su un programma social può determinare qualche rischio. Eccesso nell’utilizzo dell’autonomia concessa e possibile rischio per la Brand Reputation Aziendale
  • Le persone affini all’autonomia sono difficili da controllare se non responsabili (fedeli) nei confronti dell’azienda.
  • La collaborazione tra i componenti del team di lavoro può scemare se non c’è un coordinamento che riesce a tenere insieme i vari “pezzi”.

Buon lavoro !

Intanto non posso che segnalarvi un “EcommerceLAB” a cui interverrò e nel quale parleremo anche di queste cose. L’ingresso è libero.

Se vuoi contattami:

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Cosa incide su un e-commerce che parte da zero, facendo due conti

Partendo da zero nella costruzione di un e-commerce dobbiamo tener conto di alcuni fattori per poter costruire un vero e proprio Business Plan Digitale:

Dovremo essere in grado di prevedere attraverso calcoli e proiezioni quanto crescerà nel tempo il traffico naturale in arrivo nel nostro sito e quanto sarà “importante” il nostro Carrello Medio, cioè “il valore di riferimento della nostra vendita media” depurata dai valori troppo alti e da quelli troppo bassi.

Come arriveranno i potenziali clienti all’interno del nostro store oltre al traffico naturale ?

Traffico di Ritorno

  • Fidelizzazone del Cliente (couponing – fidelity card)
  • Nel tempo dovrà crescere il numero di clienti di ritorno rispetto al totale.

Traffico da Partnership

  • E’ il traffico che può arrivare grazie all’accordo con altri portali, con altre organizzazioni, con stakeholders e blogger.

Traffico da Pubblicità

  • Ottenuto grazie ad attività di advertising sui motori e sui social

Traffico da Marketing diretto

  • Ad esempio DEM (Direct Email Marketing) da gestire con strumenti di marketing automation in grado di rilevare il comportamento di chi riceve la mail e la bontà delle nostre liste.

Quali sono i termometri che ci consentiranno di capire sostanzialmente che stiamo avendo successo, che stiamo crescendo ?

  1. Con i motori di ricerca i possibili clienti cominciano a trovare il nostro sito grazie all’attività che facciamo on line (SEO e SEM)
  2. Cresce il numero di visitatori
  3. L’engagement, cominciano a chiederci informazioni e noi a rispondere, si crea una relazione.
  4. L’azione: useranno il nostro catalogo e cominceranno a riempire il carrello.
  5. Cominceremo a “convertire” cioè a tramutare quelle azioni e quell’engagement in vendite.

Quali i costi relativi al varo di un sito di e-commerce ?

  • Indagini di mercato
  • Dominio Internet
  • Hosting
  • Fotografie dei prodotti
  • Applicativo e-commerce
  • Descrizione prodotti (copywriting)
  • Eventuale traduzione in più lingue
  • Logo e design del sito
  • Cura e sostegno della brand reputation
  • Costruzione della User Experience
  • Programmazione dell’attività di Social Media Marketing
  • Programmazione e attività di SEO
  • Spese tecniche di Assistenza, modifica e mantenimento (lo staff)…
  • Gestione Customer Care
  • Altro…

E’ importante anche riuscire a ripartire le somme nel tempo, cioè a calcolare quando in effetti arriveranno i singoli costi e come saranno ripartiti nel primo triennio per poter calcolare bene il break even point, cioè quando le nostre spese saranno uguali alle entrate (o viceversa) e quando cominceremo a guadagnare.

Se vendiamo prodotti da spedire e non servizi o prodotti da scaricare dalla rete dovremo tener conto di alcuni costi organizzativi importanti:

  • Costo di lavorazione, di handling (movimentazione).
  • Costi del magazzino
  • I costi di preparazione dei pacchi e delle spedizioni.
  • Gestire quelle in entrata dei resi (direttamente proporzionali all’aumento delle spedizioni).

Dopo di che raggiunto il punto di pareggio e pagati gli ammortamenti del periodo di avvio,  a questo punto, ogni vendita in più ci consentirà di guadagnare.

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