
SANITA’ E SOCIAL NETWORK, CONNUBIO POSSIBILE ?
Mi sono soffermato spesso sul modo con cui le aziende possono sfruttare il web 2.0 e dare valore alla loro presenza sui social network.
Ho provato a dare delle risposte in tal senso anche attraverso il white-paper che trovate all’interno del mio blog. E’ interessante ora cominciare a vedere se e come è possibile calare nei singoli settori di attività le teorie che in qualche maniera ho diffuso.
Quello che cercherò di fare è vedere se nel mondo ci sono degli esempi che, a seconda del settore si avvicinano alle teorie che vedono strategico l’utilizzo dei social network e del web 2.0 nel business e nei servizi. Dei veri e propri casi di studio insomma.
Voglio cominciare questa mia ricerca da un settore complesso come la sanità per capire se, nel mondo ci sono esempi che hanno visto la sanità, e le strutture ospedaliere in particolare, servirsi di tali strumenti di comunicazione e relazione.
Come possono, strutture con finalità sociali prima che “commerciali”, fornire servizi web-based innovativi ed efficaci, e soprattutto come possono migliorare la qualità della relazione tra paziente e struttura ospedaliera ?
Potremmo immaginare l’ospedale come il centro di una sanità territoriale nel quale si va a costruire una comunità fatta di cittadini, pazienti, medici, parenti e operatori sanitari che insieme lavorano online e offline per garantire una qualità superiore nei servizi di assistenza, sostegno e prevenzione.
Come in tutti i settori anche nella sanità va operato un cambiamento volto a trasformare l’organizzazione della struttura sanitaria aiutandola ad essere più aperta, collaborativa, trasparente, interattiva e condivisa.
Alcune strutture (molto poche ancora), soprattutto americane, hanno scelto con successo la strada del Web 2.0.
Diciamo subito, però, che quello che appare sono alcuni tentativi interessanti, ma anche che, la maggior parte di questi, sono ancora in una fase sperimentazione ed iniziale. Leggi il blog

ANCHE L’ECONOMIA SI E’ FATTA SOCIAL
Come ha dice Erik Qualman nel suo Socialnomics, da qualche tempo, siamo in piena era social.
I consumatori che si rivolgono ai social network per avere risposte, suggerimenti, opinioni sono sempre di più. Ogni richiesta fatta alla propria rete sociale riceve in pochi minuti e, alle volte in pochi secondi, un suggerimento, un parere.
I clienti sono social e, quindi, anche l’economia è social.
Sono sempre di più le aziende che si stanno concentrando sulla possibilità di integrare il servizio ai propri clienti e ai potenziali clienti con l’attività svolta attraverso i social network. Fare tesoro di queste relazioni è diventato un obiettivo fondamentale e irrinunciabile, ecco perché si parla e si è parlato molto di Leggi il blog

I SOCIAL NETWORK IN AZIENDA, SI CRESCE IN QUANTITA’
Anche le piccole imprese si avvicinano ai social network (ai social media per chi preferisce questa accezione), cominciando ad utilizzarli.
Secondo quanto pubblicato su “Il Sole 24 Ore” da Luca Conti, che prende i dati da una ricerca di IULM di prossima pubblicazione, la percentuale di piccole imprese, che, nel giro di un anno, hanno cominciato ad utilizzare i social media, è passata dal 9,8% al 43%.
Un vero e proprio balzo in avanti visto che fino ad un anno fa, quando parlavi di Social, nelle aziende ti guardavano un po’ straniti e pensavano che tu gli stessi proponendo una sorta di passatempo, mentre loro avevano cose serie da fare.
Nel giro di un anno le cose sono cambiate e ormai sono tantissime le aziende che, o con il fai da te, o con l’ausilio di consulenti ed esperti del settore, iniziano questa loro avventura 2.0.
Il problema di fondo, però, resta sempre lo stesso e cioè con che livello di qualità e con quale capacità di creare valore le aziende affrontano questo nuovo cammino sul web.
La definizione degli obiettivi resta sempre o quasi una chimera, quasi che l’obiettivo vero della presenza sui social media sia “l’iscrizione” al social piuttosto che l’azione sullo stesso. Poca programazione quindi, ma anche poca capacità di monitorare i dati e di fortificare e “fidelizzare” le relazioni. Leggi il blog

L’EMPATIA 2.0 E LA CONOSCENZA ALLA BASE DELLA COMUNICAZIONE DI OGGI
Riflettendo da un po’ di tempo su strumenti e strategie che portino l’azienda del terzo millennio ad utilizzare la rete, ad utilizzare il web 2.0 e i social network non posso dire di aver trovato strumenti totalmente esaustivi e completi allo scopo.
Ho detto che, per avere valore, un’attività aziendale sul web deve avere ben precisi gli obiettivi e i risultati da raggiungere. Solo in questo modo sarà possibile stabilire una strategia e una pianificazione operativa degna di questo nome. Solo così si sarà in grado di trovare gli strumenti utili allo scopo.
Come prima cosa si deve ribadire il concetto che le relazioni e le conversazioni che avvengono sulla rete devono divenire patrimonio aziendale, cioè l’azienda deve essere in grado di farne tesoro (conservarle) e se possibile di “utilizzarle” per gli “scopi aziendali”.
C’è bisogno quindi di conoscere a fondo la propria azienda, le persone che vi lavorano e le attitudini che ciascuno ha. Solo così si sarà in grado di intessere relazioni “vere” e non falsate dal tecnicismo o dall’impaccio di un qualcosa di costruito. Leggi il blog

GOOGLE, NUOVE REGOLE E LA NOSTRA GEO-PRIVACY
Ormai quasi tutti lo sanno, dal primo marzo Google metterà in pratica la nuova policy di utilizzo dei suoi servizi. Una Policy che andrà ad unificare e semplificare le 60 e più presenti fino ad oggi. Qualcuno, nella semplificazione ha letto una diminuzione del livello di tutela della privacy.
Da Google, fanno sapere che non cambierà nulla da questo punto di vista e che tutti i contenuti che un utente immagazzinerà sotto password e che non vorrà condividere con altri, non saranno condivisi e saranno protetti esattamente come oggi.
Nessun cambiamento epocale quindi, ma semplicemente una semplificazione nell’utilizzo dei servizi.
Certo, che moltissimi servizi on line gratuiti e non solo, consentano di condividere account e profili non è un fatto di oggi ed è una tenedenza che si andrà sempre più consolidando, per cui è chiaro che come utenti dovremo sempre più essere consapevoli e capaci di gestire i nostri dati sulla rete e di “difendere” ciò che non vogliamo sia alla mercè di tutti.
Mi viene da dire che se non vogliamo che qualcosa si sappia sarebbe meglio non dirla (ma forse è un’esagerazione e un paradosso), o di essere certi di dirla “solo” alla cerchia ristretta dei nostri amici. Leggi il blog
#SMAU – Ecco la presentazione sul marketing di prossimità del 16 febbraio a Bari
Ieri in un bel workshop nell’Arena Social Media di SMAU Bari, io e Raffaele Tortora abbiamo avuto il piacere dell’incontro e del confronto con gli intervenuti sul tema del “Mobile, Social Network e geolocalizzazione… il marketing di prossimità”.
Ecco le Slide.
Il tuo successo è più vicino di quello che pensi !
Ci siamo chiesti e ci chiediamo, ancora oggi, come sia possibile e quali strumenti e strategie si possano utilizzare per fare engagement utilizzando i social network e più in generale il web 2.0. Ci siamo chiesti come questi dati possano diventare patrimonio dell’azienda e quale organizzazione l’azienda debba darsi per poter approcciare un mondo di relazioni costruite in rete.
Oggi, con il mobile, i tablet, gli smartphone, che hanno superato i personal computer sia nelle vendite che per numeri di accesso ad internet, è necessario cominciare a chiedersi come sia possibile fare engagement con le persone che passano, vivono, lavorano vicino alle nostre aziende.
Una risposta è sicuramente il marketing di prossimità, che aveva visto la sua luce con l’avvento dei primi telefonini bluetooth, ma che si era subito arenato quando la gente, bersagliata da troppe proposte in arrivo sul proprio cellulare (ad esempio in alcuni centri commerciali), ha cominciato a disattivare il servizio sul proprio telefonino.
Oggi con l’avvento di un mobile dotato di GPS, con l’avvento della geolocalizzazione on line da parte di Google, Facebook, Foursquare, con l’avvento delle APP per tutti i sistemi mobile, con le persone che diventano protagoniste della relazione (anche quella geolocalizzata) con la possibilità di segnalare la propria presenza e fare check-in, ecco che il proximity marketing torna d’attualità e comincia ad essere una delle chiavi del successo per le aziende che vorranno essere al passo con i tempi.
Chi di noi, essendo in una città non conosciuta, non ha mai provato a vedere con il proprio smartphone quali potessero essere i ristoranti, i locali, i musei, vicino al proprio albergo ? Leggi il blog
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