Intitolava così un articolo di Tim Anderson “The Guardian” alla fine dello scorso luglio. Provo a riportare tali tesi.
Mentre i risultati di ricerca di Google buttano fuori sempre più annunci, utilizzare la SEO per raggiungere il pubblico sta diventando sempre più inutile, e aggiungerei io più difficile.
La domanda è: Può la Social Media Optimization essere la risposta a un’indicizzazione nei motori sempre più sostituita da annunci pubblicitari (AdWords) di vario genere? Oggi le aziende, coloro che investono in comunicazione su internet, hanno bisogno di prendere in considerazione il fatto che l’interazione sulla rete è sempre più incentrata sul cliente, anzi, direi, instaurata con il cliente. Ecco che l’attenzione nell’ottimizzare la propria comunicazione deve essere sempre più rivolta all’attività che si svolge sui (nei) Social Network, piuttosto che puntare semplicemente a un’attività, sia pure strategica, dedicata all’ottimizzazione delle pagine web nella speranza che Google & C. possa prenderle in considerazione.
La Search Engine Optimization (SEO) è sempre stato un modo di operare, se vogliamo imperfetto. Molto spesso ci si è limitati a migliorare i contenuti web per i robot dei vari motori di ricerca rendendoli però illeggibili o poco chiari per i lettori, per gli utenti dei siti in questione. Senza contare la possibilità di sbagliare la frase di ricerca veramente “ricercata” dagli utenti.
In altri casi, magari si è scelto, ad esempio titoli di pagina incomprensibili ai più tranne che agli algoritmi di ricerca. Mi si dirà, ma se sei un buon SEO Specialist allora questo non accede, vero, ma non sempre.
Secondo Anderson la SEO sta morendo tanto è vero che lui cita un post, diciamo “scottante”, di Dan Graziano nel quale si cita una ricerca effettuata sui risultati proposti da Google nella quale si svela che solo il 13% dei risultati di una ricerca sono “organici”, “il resto sono pubblicità e spazzatura”.
Inoltre, nell’articolo è citato un rapporto di Forrester su come gli utenti della rete nel 2012 hanno trovato i siti da loro ricercati. Il rapporto mostra come i social media stiano recuperando terreno rispetto alla ricerca sui motori e che attraverso di essi vengano raggiunti il 32% dei siti cercati a fronte del 54% raggiunto attraverso la ricerca sui motori.
Un’altra ragione che spinge a pensare che la SEO tradizionale sia in declino è l’utilizzo sempre maggiore di dispositivi mobili che ovviamente puntano sempre più a restituire risultati geolocalizzati magari attraverso l’utilizzo di App.
Forse oggi è meglio cominciare a pensare di interagire direttamente con i propri clienti o potenziali tali. E’ meglio cominciare ad organizzare una migliore comunicazione sui social network anche per meglio essere presenti e visibili sui motori di ricerca.
Le raccomandazioni, il conteggio degli amici o dei fan, dei follower e il loro coinvolgimento potrebbe portare, se fatto bene sempre maggiori risultati per il sito che si intende promuovere. Molto più di un qualsiasi algoritmo non di vostra proprietà
Ma cosa significa ottimizzare l’attività sui social? Ovviamente la comunicazione, anzi la conversazione che va messa in piedi deve essere ben pensata e coinvolgente che si usino immagini, video, testi, un bel titolo, un sondaggio o qualsiasi altra cosa. L’obiettivo, appunto è essere coinvolgenti e non pensare solo di trasmettere messaggi. Un messaggio senza ritorno è come una bottiglia inviata da un’isola deserta che non raggiunge il destinatario.
Bisogna imparare ad “ascoltare” i dialoghi sui social e agire sui risultati che vengono fuori. Bisogna imparare ad utilizzare un buon hashtag su Twitter, significa essere reattivi e presenti, significa saper rispondere cordialmente, esaurientemente e tempestivamente.
Importante è poi saper integrare i vari canali e fare in modo che puntino al target, sito, prodotto, landing page, azione concreta (acquisto, iscrizione newsletter ecc.) che si vuole ottenere dai vostri contatti.
Ovvio, non è che queste cose siano facili da implementare dalla sera alla mattina, ma oggi supporto e consulenti, tecnologie, formatori possono aiutare l’azienda a fare le scelte giuste e a mettere in campo un potenziale in grado, magari, di incrementare le vendite, ma anche e, soprattutto, di trasformare l’esperienza del cliente.
Il SEO sta morendo? Cambierà ? Una cosa è certa, quello di oggi non ci mancherà !
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