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Il Marketing digitale opportunità per la Sanità ospedaliera privata italiana in Europa

Le recenti modifiche della normativa europea in fatto di sanità, di fatto aprono alla concorrenza europea il mercato della sanità. Se per certi versi questa novità può far temere contraccolpi negativi, in realtà essa va vissuta come una grossa opportunità per sanità italiana e in particolare per quella privata che conta sia ospedali e cliniche di eccellenza che luoghi dove la degenza e la presenza delle famiglie può essere vissuta, sia pure parlando di una permanenza legata a una malattia, in modo sereno.

E’ necessario però che le strutture ospedaliere siano in grado di comunicare il loro valore e le loro peculiarità al “mercato europeo” con un’attività di marketing digitale appropriata e in grado di interagire con un pubblico non solo italiano. Quello che però si può affermare con certezza è che il marketing digitale per la Sanità Ospedaliera Privata Italiana può essere una grossa opportunità.

Potrebbe essere interessante o in forma associata, o in forma singola (struttura per struttura), “sviluppare un canale su internet che promuova le eccellenze e le peculiarità della nostra sanità a livello europeo”.

 E’ chiaro che ogni struttura ospedaliera o associazione d’imprese ospedaliere deve avere messo su, per competere a livello europeo susanita3 canale digitale, un piano di marketing strategico grazie al quale sviluppare con cognizione di causa il canale digitale.

 Confrontarsi su questo piano o comunque lavorare per metterlo su potrebbe essere un primo passo da compiere per partire.

La strategia digitale da mettere in campo per una o più strutture ospedaliere deve puntare a tre elementi essenziali:

  • Creare relazioni ovvero fare engagement;
  • Sviluppare e mantenere la relazione nel tempo;
  • Promuovere e informare sulle eccellenze del territorio, facilitando i contatti e la successiva fase di erogazione dei servizio nelle varie fasi (prenotazione, scambio di informazioni, cura e assistenza post ospedaliera).

Tutto questo può essere realizzato, se in forma associata, con un perfetto accordo tra le varie strutture sanitarie che dovranno condividere e sposare il progetto e farlo diventare parte integrante della loro strategia di comunicazione. Se invece parliamo della singola struttura, allora, magari, è il caso di avere una serie di contatti sul territorio (trasporti, ristorazione, accoglienza, contatti con il territorio e conoscenza dello stesso) in grado di mettere su un vero e proprio incoming sanitario.

In forma associata, o in forma singola, è bene costituire un gruppo di lavoro (interno o esterno, ma con forti legami con la/e struttura/e) dedicato all’operatività del piano di marketing digitale in grado di svolgere tre attività essenziali:

  • gestire le relazioni con le aziende ospedaliere;
  • inserire e aggiornare i contenuti del portale, formare e supportare i referenti (se in forma associata) delle singole aziende ospedaliere;
  • definire e gestire le attività di marketing digitale e lo sviluppo delle relazioni attraverso i vari strumenti che la rete mette a disposizione.

Ecco come partire, ma cosa fare ? Io resto a disposizione per chi fosse interessato, ma conto in prossimi post di entrare un po’ più in dettaglio esanitàperblog vedere come sia possibile sviluppare un progetto legato a una sanità che sfrutti il digitale come opportunità per crescere e consolidarsi a livello europeo.

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Come proiettare le impressioni live dei presenti in un evento con Twitter

Stimolare la partecipazione a un dibattito durante un evento, raccogliere le domande dal pubblico, verificare le impressioni dei presenti è una delle questioni che sempre si pone chi organizza un evento, un convegno, un dibattito.

Se c’è un social network che può favorire questa cosa in modo egregio e semplice, questo è Twitter. Scegliendo un hashtag (una parola preceduta da cancelletto “#” che fa da parola chiave) dedicato alla manifestazione e comunicandolo ai partecipanti in loco e magari anche a quelli che seguono da remoto il dibattito, si può consentire a molti di partecipare facilmente al dibattito.

Come ormai sappiamo tutti, un hashtag è una sorta di parola chiave che consente di aggregare in Twitter (e da qualche tempo non solo in Twitter) i contenuti relativi ad uno stesso argomento.

Qual’è l’idea… L’idea è quelvisible-tweets1la di proiettare durante la manifestazione tutti i Tweet legati a quell’hashtag su uno o più grandi schermi in maniera da compredere le impressioni del pubblico, le curiosità, le domande, gli argomenti dai quali si è restati più colpiti.

Per realizzare questo tipo di operazione, oltre a un computer connesso a internet e a un proiettore in grado di proiettare in tempo reale i vari tweet, è necessario, o meglio, è auspicabile utilizzare strumenti in grado di aggregare i Tweet legati all’hashtag di riferimento e di visualizzarli quasi come fossero slide animate. Questo consente di creare una certa scenografia e di favorire quanto detto prima. Leggi il blog

CMS o Community ? Sembra banale ma non è così

communitySe, come ho avuto modo di dire, la strategia e l’avere chiari gli obiettivi da raggiungere è fondamentale per chi vuole intraprendere un’avventura business sulla rete, è altrettanto vero che anche la scelta degli strumenti e il loro utilizzo può essere fondamentale per raggiungere i risultati sperati.

Partiamo dall’inizio, da quello che potrebbe essere il contenitore dei miei contenuti. Il mio blog, il mio sito, il mio portale.

La prima cosa da scegliere è il CMS (Content Management System), in pratica il software web based che serve a pubblicare news, immagini, video, prodotti e altro su web senza conoscere necessariamente il codice HTML o essere un webmaster.

Sul mercato esistono tante web agency brave e molto avanti in grado di sviluppare CMS molto ben congegnati e molto ben scritti in grado di essere tecnicamente all’altezza delle necessità di molti.

La domanda è, però: abbiamo bisogno solo di una soluzione software ? Avanti (all’avanguardia) quanto vogliamo, attenta agli standard W3C, web 2.0 ecc. ecc. ma basta ?

Per quanto la web agency sia specializzata e forte, io credo che oggi si debba fare una scelta per la quale il software CMS sia in realtà il frutto del lavoro e dello sviluppo di una community, anzi, per certi versi e in certi casi sia una Community.

Io non ho dubbi, sono abbastanza convinto, diciamola così, che per realizzare un blog e non solo un blog  una delle scelte migliori sia WordPress. La sua versatilità, la sua community di sviluppatori infinita e sviluppata in ogni parte del mondo, la sua possibilità di essere CMS per un portale internet molto ben fatto o anche un potente motore per un blog fanno si WordPress una piattaforma con pochi uguali.

Ho usato anche altri CMS/Community, nessuno è così potente e nello stesso tempo veloce nell’evolversi come WordPress e la sua Community.

WordPress ha una sua particolarità: può essere scaricato e installato su un server in Hosting o in Housing di proprietà dell’azienda proprietaria del sito, oppure essere utilizzato direttamente sui server WordPress in comodato d’uso gratuito o a pagamento per le versioni “Premium”.

Queste due scelte non sono uguali, ciascuna ha i suoi pro e i suoi contro ed ognuna non è “buona per tutte le stagioni/soluzioni”. Anche qui la scelta bisogna farla per obiettivi e strategie. Leggi il blog

Pensiero di Pasqua: Comunicare on line non significa recitare, significa migliorarsi

maschera1Quando qualche anno fa si è cominciato a parlare dell’utilizzo della rete come luogo per favorire e potenziare le relazioni aziendali e personali, una delle prime cose che si è detto è che non bisogna essere falsi, bisogna comunicare quello che si è e, al limite se si riconoscono alcuni difetti personali e aziendali, cercare di migliorarsi.

Perché questo. Perché la vita on line non è e non deve essere un’altra vita. La rete è e resta una strumento potente, in grado anche di abbattere steccati e modi troppo complessi di relazionarsi (penso specialmente a rapporti tra aziende e imprenditori) favorendo l’approccio diretto tra persone. Tutto vero, ma questo deve portare comunque a relazioni che poi si concretizzano e si materializzano, cioè diventano reali relazioni tra persone.

Qualcuno, specialmente i più giovani, ma non solo, interpretano internet e i social network come un set dove recitare la propria parte, dove è necessario mettersi in posa per poter pubblicare la propria immagine di sé.

Non è così, o almeno, io non la penso così. 

Bisogna essere sempre quello che si è, al limite provare a migliorarsi, ma non con un “fotoritocco”, ma veramente, provando a superare difetti che magari la rete riesce ancor più a farci notare e a mettere in risalto.

La falsità non vince e non paga. Fate foto, scrivete cose, condividete pure oggetti che rispecchiano chi siete.

Provate a rifletterci: ma quando vivete la vostra giornata vi mettete in posa ?

Buona Pasqua a tutti !

Showrooming, con la concorrenza in tasca

ShowroomingCon l’avvento dell’utilizzo di massa degli Smartphone (e tablet) si sta diffondendo sempre più lo showrooming.

Cos’è ? In pratica si va in un negozio, si osserva un prodotto, in alcuni casi si prova (abbigliamento – scarpe) o si annusa (un profumo), si chiede o si scannerizza la matricola o il codice prodotto (elettronica o altro) e, poi, nello stesso negozio o a casa, si ricerca lo stesso prodotto, con le stesse caratteristiche o lo stesso codice e si ordina on line al prezzo più conveniente. In questo modo, il punto vendita non è più il punto d’arrivo del cliente, ma diventa il punto di partenza, una sorta di showroom nel quale “toccare con mano” il prodotto per poi poterlo acquistare senza rischi di sbagliare on line.

Con i comparatori di prezzo on line questa ricerca diventa ancora più semplice. Se prima il peso della concorrenza si sentiva in base alla capacità che essa aveva di portare, con campagne pubblicitarie e iniziative varie, i clienti presso i propri negozi, oggi la concorrenza “entra” direttamente nel negozio del competitor in tasca ai nostri potenziali clienti. Una guerra quindi senza confini e anche invisibile, dalla quale è difficile difendersi.

Attenzione perché questo tipo di comportamento, proprio perché basato su device mobili che sempre più stanno acquistando mercato nella nostra vita non possiamo considerarlo un fenomeno di moda, ma un fenomeno che sempre più andrà a consolidarsi e, se oggi appare diffuso in altri paesi, in realtà comincia ad essere molto presente anche in Italia.

Quanto più nei negozi si attivano sistemi self-service e si sposta tutto sull’assistenza post-vendita tanto più si può essere “vittime” dello “showrooming”.

E’ necessario quindi offrire ai propri clienti sempre più servizi personalizzati attraverso la presenza di personale qualificato e in grado di cogliendone i desideri, gli interessi, i bisogni, le preoccupazioni.

E’ chiaro che il prezzo resta importante, ma è anche dimostrato che il prezzo non è la leva maggiore per effettuare le proprie scelte d’acquisto.

Bisogna quindi investire sulla propria squadra in store potenziandone anche il brand personale, la capacità di essere attenti al cliente e la professionalità.

In pratica, secondo alcuni studi i clienti non fanno “showrooming” solo perché vogliono il prezzo migliore, ma lo fanno soprattutto perché evidentemente così danno risposta a una possibile mancanza di servizio. In assenza di servizio e assistenza, scelgo il prezzo.

Anche la creazione di eventi particolari in negozio, e la contemporanea applicazione di scontistica (oppure originalità nell’offerta) in quel momento, possono essere una risposta valida allo “showrooming”.

Con offerte particolari e poco assimilabili, anche nella loro ideazione e concezione a quelle della rete, sarà possibile fidelizzare il cliente e convincerlo del fatto che on line non sarà assolutamente possibile ottenere ciò che si sta ottenendo in store. In pratica il vostro “brand” avrà preso il sopravvento sulla capacità e voglia di acquistare on line.

E’ possibile creare o potenziare le proprie community di clienti fedeli attraverso proposte e offerte esclusive e irripetibili che, rese esclusive per chi resta fedele al negozio. Esse potranno convincere i vostri clienti che lo smartphone o il tablet sono assolutamente inutili per quel tipo di acquisti.

Certo c’è da lavorare e da adeguarsi ai tempi, ma se si lavora bene il contatto diretto con il cliente potrebbe essere ancora molto determinante. Allearsi poi con qualche fornitore facendolo diventare vostro partner in qualche iniziativa può essere poi un’ulteriore risposta.

Insomma lo “showrooming” è un grande rischio per il commercio oggi, ma può essere sconfitto anche qui con adeguate e coraggiose strategie e iniziative ad esempio:

  1. Avere addetti alle vendite professionalmente in grado di servire i propri clienti e ritenuti da loro punto di riferimento (attività di branding personale)
  2. Ideare e realizzare momenti dedicati a offerte e anteprime irripetibili on line.
  3. Avere nei fornitori dei veri e propri partner in grado di supportarvi nella sconfitta della concorrenza on line
  4. Fornire sempre un servizio straordinario ai vostri clienti.
  5. Utilizzare anche la rete per fidelizzare i vostri clienti

Piccole e antiche attenzioni che, in fondo, possono tenere lontani nuovi e insidiosi nemici.

Vuoi approfondire tematiche legate al tema trattato, al personal branding, all’utilizzo strategico di internet ?

Scrivimi !

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La persona componente fondamentale di una strategia web

Orizzonti Strategici su webSe per affrontare un progetto web è fondamentale oggi avere un approccio progettuale e strategico, anzi strategico e progettuale, con una visione e, successivamente un percorso da seguire, è altrettanto chiaro che in questa strategia e in questo percorso sono fondamentali le persone, i protagonisti del progetto.

Non è pensabile ipotizzare un ecosistema web senza pensare di avere nell’ecosistema, come protagonisti, coloro i quali daranno le gambe a quel progetto e cioè le persone, gli uomini e le donne dell’azienda o impegnate in quel progetto.

Se il web è sempre più reputazione è chiaro che per rafforzare la credibilità di un’operazione c’è da dare una o più facce a quell’operazione. 

Un progetto su web, quindi, non si limiterà a un rafforzamento della brand reputation aziendale o di prodotto, ma punterà anche a metter su una potente azione di brand reputation per le persone che vi sono impegnate.

Non c’è impresa senza persone, non c’è reputazione positiva senza una reputazione positiva dei protagonisti.

Il mio consiglio quindi è quello di inserire, in un progetto serio e studiato strategicamente per il web, anche un forte lavoro di brand reputation del team di riferimento.

Progetto web, quindi, più personal branding on line per i protagonisti. Da questo mix non possono che venire fuori buone cose.

Caro amico ti scrivo… così ci vediamo un po’… a Smau…

micheleasmauTi scrivo solo per dirti che il prossimo 12 e 13 febbraio sono a #SMAU #Bari presso lo stand (Box B10) del portale on line che dirigo (Zeroventiquattro.it) e ho pensato di farti cosa gradita invitandoti anche a questa edizione 2014 del famoso roadshow.

Per registrarti ed entrare in fiera puoi cliccare qui 
Il 13 mattina sono anche impegnato alle ore 10 in arena marketing con il mio workshop, i posti sono già esauriti, ma chissà, facendo un salto, si riesce ancora a partecipare. Il workshop si intitola: “Strategie, Contenuti, Social Media Optimization, come cambia, su web, la strada verso il successo”
 
Sempre presso lo stand di Zeroventiquattro.it negli stessi due giorni sarà presentato il progetto di incoming turistico “Inpuglia.net“. 
Vi aspetto in ogni caso per fare due chiacchiere.
Un caro saluto, sperando di non aver disturbato e restando a disposizione…
Michele Dell’Edera
Altrimenti scrivimi pure…
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