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Dal negozio all’e-commerce

Non voglio collegare questo mio breve pensiero al momento che stiamo vivendo, ma più in generale a quelle scelte che, forse proprio oggi è bene cominciare a valutare.

Penso a tutti quei negozi e attività commerciali presenti nelle nostre città che potrebbero certamente migliorare il proprio business scegliendo di vendere anche attraverso la rete, di aprire un proprio e-commerce

Direi che forse è giunto il momento di passare dal solo negozio fisico al negozio on line !

Ecco solo alcune delle opportunità che ti si pareranno davanti:

  • Il tuo negozio sarà “aperto” 24 ore su 24
  • Riuscirai a raggiungere più clienti in minor tempo visto che utilizzerai apposite digital strategies e canali in grado di superare tutti quei limiti che il negozio fisico pone: distanza, orario di apertura, parcheggi, tempo necessario per raggiungerlo, ecc.
  • Il tuo brand sarà conosciuto da più persone che raggiungerai utilizzando: social, motori di ricerca, campagne di advertising, una corretta gestione dei contatti
  • Sarai in grado di conoscere al meglio il tuo mercato, grazie alle analisi di mercato e dei competitor che sarà necessario realizzare.
  • Lavorerai con gli appositi strumenti e le dovute strategie volte alla fidelizzazione dei tuoi clienti
  • I tuoi investimenti saranno mirati al miglior risultato possibile con evidenti possibilità di abbattere gli sprechi!

Proviamo a focalizzare meglio questi vantaggi:

  1. Cambierà quindi il tuo approccio con il lavoro e con il cliente, visto che sarai aperto 24 ore su 24 con il tuo negozio. In questo modo i tuoi possibili clienti potranno accedere al tuo store e acquistare senza vincoli di orario, un vantaggio che sembra banale, ma che cambia e di molto la percezione che essi possono avere di te.
  2. L’utilizzo di internet, quale canale di vendita, ti consentirà di raggiungere un numero più ampio di clienti grazie ad apposite campagne targhettizzate sui tuoi possibili clienti e su quanti possono essere interessati alla tua merce e al tuo brand. Se si paragona la quantità di persone raggiunte grazie alla rete, rispetto a quelle che si raggiungerebbero con gli strumenti tradizionali (ad esempio volantinaggio di massa) difficili da targhettizzare è chiaro che oltre al fattore numero di persone raggiunte, si aggiunge anche il fattore qualità delle persone raggiunte.
  3. La combinazione dell’utilizzo di canali ben usati come i social (facebook, Instagram, Linkedin e altri ancora), il lavoro di SEO (Search Engine Ottimization) per rendere ben indicizzata ogni singola pagina del tuo sito sui motori di ricerca, delle ben congegnate campagne di advertising sui motori di ricerca (ad esempio sulla rete di ricerca di Google) o sui social (ad esempio su Facebook Business Manager o Linkedin Campaign Manager), contribuiranno a far crescere il tuo brand e la sua reputazione commerciale.
  4. Molte delle azioni qui già elencate possono avere un buon riscontro e risultati soddisfacenti solo se accompagnate in precedenza da una corretta analisi del mercato che si sostanzia in tre cose fondamentali: l’analisi della concorrenza (off line e on line), l’analisi dell’andamento del mercato del tuo settore sulla rete, l’analisi delle ricerche effettuate sulla rete dalle persone interessate alla tua tipologia di prodotti.
  5. Il lavoro però non si ferma e non si deve fermare solo alla ricerca dei nuovi clienti, ma una grande attenzione deve essere rivolta a mettere in campo strategie di fidelizzazione degli stessi attraverso opportune attività di marketing post vendita e di cura del prodotto e del servizio, oltre all’implementazione, sul tuo sito internet, di opportune strategie e procedure di marketing automation in grado di seguire “da sole” il cliente e a farlo innamorare del tuo negozio e del tuo servizio.
  6. Spesso ci si ferma alla quantità del budget da investire, più che alla qualità dell’investimento (come si investe). Questo comporta dei possibili sprechi che ovviamente sono da evitare.

Certo, come avrai avuto modo di leggere in questo mio post le opportunità da cogliere e il lavoro da mettere in campo è notevole. E’ per questo che ti consiglio anche di approfondire questi argomenti anche con scuole  specializzate in questo campo come Digital Coach e il suo Master in e-commerce

Senza dimenticare che potrai:

  • seguire il processo d’acquisto dei tuoi clienti
  • intercettare i tuoi clienti sulla rete
Le imprese ai tempi del Covid-19: Meno comunicazione o più comunicazione?

I giorni che stiamo vivendo con questa pandemia che ha investito in pieno l’Italia, oltre a riempirci di angoscia per i tanti morti e malati del nostro Paese, sta facendo nascere, e a ragione, nelle imprese tanti dubbi, sul futuro, su quello che sarà l’economia, su quanto ciascuna impresa saprà o potrà resistere.

Le aziende che negli ultimi anni, negli ultimi mesi, hanno provato ad investire in comunicazione e comunicazione digitale oggi, magari, si chiedono se non sia il caso di diminuire la mole di comunicazione che l’azienda mette in campo e non sia il caso di aspettare tempi migliori.

Allora la domanda è: meno comunicazione o più comunicazione ?

Istintivamente verrebbe da dire meno comunicazione: “Non c’è domanda, non c’è consumo, cosa propongo al mercato”?

Proviamo a riflettere:

  • Lo stato attuale delle cose ci ha portato a vivere il proprio lavoro da casa (ove possibile)
  • Per lavorare abbiamo bisogno di  sistemi software e connessioni in grado di garantire lo smart working
  • Abbiamo bisogno di riorganizzare il lavoro e inventare nuove dinamiche collaborative per i team aziendali e i nostri collaboratori.
  • Abbiamo bisogno di riunirci e quindi di fare riunioni on line.
  • Abbiamo bisogno di incontrare i nostri clienti da remoto-

Per dirla in due parole abbiamo bisogno, o abbiamo avuto bisogno di aumentare quella che possiamo definire un potenziamento della comunicazione interna dell’azienda. Da questo punto di vista possiamo dire che in pochi giorni abbiamo dovuto fare quello che forse avremmo fatto in anni in tempi normali. Da questo punto di vista la comunicazione aziendale (quella digitale) è dovuta migliorare per forza di cose.

E la comunicazione verso l’esterno ?

E’ vero è tutto chiuso, i nostri clienti non comprano e noi non possiamo consegnare… ci fermiamo ?

Io credo che la comunicazione aziendale vada adattata al tempo che viviamo:

  • Va tenuto vivo quel filo conduttore che ci lega ai nostri clienti acquisiti e potenziali
  • E’ il momento di fare branding su azienda e/o prodotti
  • E’ il momento di mettere in campo nuove strategie di comunicazione, contenuti pensati per la circostanza
  • E’ il momento di studiare strategie per la ripresa che prima o poi verrà
  • E’ il momento di guardarsi un po’ allo specchio e capire dove si può migliorare
  • E’ il momento di continuare a pubblicare articoli sul proprio blog aziendale e post sui propri canali social

Più comunicazione o meno comunicazione ? Io direi una comunicazione migliore !

Progettare un ecommerce, il 23 ottobre ci vediamo a SMAU Milano

Il prossimo 23 ottobre, alle 16, presso l’Arena “Commercio & Turismo” di SMAU Milano proviamo, insieme, e in 50 minuti, a comporre tutti i tasselli necessari a progettare un ecommerce perché si sa, oggi, i magazzini risultano essere pieni e, molto spesso, i negozi vuoti.

L’idea è quella di fissare tutti i passi necessari per partire con il piede giusto:

  1. Definiamo il nostro progetto di ecommerce
  2. Creiamo un Canvas in grado di guidarci nel nostro lavoro
  3. Quale la nostra strategia di web marketing
  4. Il mondo google e dei motori di ricerca
  5. La SEO on-site, quella off-site e la digital PR
  6. L’importanza del brand
  7. L’Analisi dei competitor
  8. Quale piattaforma
  9. L’importanza dei social media
  10. L’Online advertising
  11. Conviene utilizzare i marketplace?
  12. Altri aspetti come: l’e-mail marketing, la logistica, le soluzioni di pagamento.Vi aspetto a SMAU per parlarne con voi.

    I posti sedere stanno finendo, clicca qui per prenotare la tua partecipazione gratuita

Marketing Digitale: Partiamo dal progetto, facciamoci 10 domande

Se mi sono sempre soffermato sull’importanza dell’ascolto, non posso che ripartire da qui per parlarvi di progettazione digitale e marketing…

Se un consulente vuole mettere in campo un progetto che utilizzi il web per il successo del proprio cliente non può che partire che dall’ascolto del cliente stesso.

Come si suol dire bisogna sedersi a tavolino con il cliente e parlare con lui partendo da alcuni dati che restano fondamentale per capire quanta strada si farà e se sarà quella giusta. Provo a raccontarvi di alcune domande che uso spesso con i miei potenziali clienti.

  • Prima domanda da fare al nostro potenziale cliente, imprenditore: perché pensa di dover partire con un progetto digitale ? Sito, mobile, social, Direct Marketing, ecc.
  • Seconda domanda:  Dove vuole arrivare? Quali sono i suoi obiettivi commerciali per il canale digitale?
  • Terza domanda: Capiamo meglio, quanto pensa di dover fatturare a regime con questo canale ?
  • Quarta domanda: In quanto tempo pensa di rendere profittevole la sua attività su web ?
  • Quinta domanda: Quali sono le risorse economiche che pensa di mettere a disposizione per questo progetto, sapendo che ci sarà un periodo nel quale i costi (investimenti) supereranno i ricavi ?
  • Sesta domanda: Quali e quante sono le risorse umane che vuole dedicare a questo progetto ? Quante ore giornaliere queste persone dedicheranno al progetto ?
  • Settima domanda: Questo progetto integrerà, sostituirà gradualmente o sarà l’unico canale di vendita dell’ azienda ? A seconda della risposta cambiano anche tattiche, strategie e risorse necessarie a raggiungere gli obiettivi prefissati.
  • Ottava Domanda: Qual’è il suo mercato di riferimento (i clienti)
  • Nona domanda: Qual’è l’offerta già presente sul mercato e in particolar modo anche sul mercato digitale (i fornitori)
  • Decima domanda: Quali sono o saranno i suoi punti di forza.

Fermiamoci qui, anche se ciascuna di queste domande ne sviluppa certamente delle altre, e proviamo, in qualità di consulenti, a far rispondere i nostri clienti a queste prime dieci.

Fatto ciò, il nostro progetto, comincerà ad avere le indicazioni utili per cominciare a lavorarci sopra.

Come sedersi a tavolino con il cliente ? O di persona o via Skype (o altro), se le distanze non lo consentono, non cambia, quello che è certo che non ci si può fermare alle sole apparenze o sensazioni personali.

Contattami se vuoi !

    Content Marketing: avere degli obiettivi chiari

    Se il blog non è morto e se la chiave del successo di un funnel di marketing e, più in generale, di una strategia di marketing digitale, è la capacità di produrre e distribuire contenuti interessanti in grado fare engagement, allora ci dobbiamo meglio focalizzare su come produrre questi contenuti.

    Dobbiamo quindi chiederci e mettere su carta alcune cose:

    A quali obiettivi miriamo

    In pratica dobbiamo sapere a cosa servirà il nostro blog, e cosa ci deve aiutare a fare. I contenuti e il “racconto” che andremo ad esplicitare in esso dove ci deve condurre e, soprattutto, dove deve condurre i nostri lettori.

    Ci deve aiutare a:

    • Rafforzare il nostro brand
    • A far conoscere i nostri prodotti
    • A far conoscere le nostre modalità di lavoro
    • A Migliorare la nostra reputazione, facendo emergere le nostre competenze e i temi importanti del settore che stiamo spingendo
    • Fare informazione e formazione
    • Diffondere nostri casi di successo e casi di successo dei nostri clienti
    • e altro ancora se vi viene in mente.

    A seconda di quali obiettivi dobbiamo raggiungere dovremo riflettere ancora su alcune cose

    Ci dobbiamo chiedere chi è il nostro pubblico

    A seconda del settore dove operiamo e agli obiettivi che vogliamo raggiungere, sapremo e dovremo anche individuare il nostro pubblico.

    • Dove opera (in quale area geografica)
    • Il genere, uomini o donne
    • Che età ha o deve avere
    • Ha un ruolo nella sua azienda
    • Ha un ruolo nella società
    • Di cosa si occupa
    • Quali sono le sue abitudini
    • Anche qui se ci vengono in mente altre caratteristiche che deve avere il nostro pubblico è bene focalizzarle e tenerne conto.

    Anche la tipologia e la forma dei contenuti devono essere scelti e calibrati a seconda di chi è il nostro pubblico. Ad esempio: tipo di linguaggio, lunghezza dei post, meglio foto, meglio video, come alterniamo i contenuti, ecc. ecc.

    E adesso diamo un’occhiata ai nostri competitor

    • Sviluppano contenuti
    • Hanno un blog e/o dei canali di comunicazione
    • Cosa raccontano ?
    • Come lo raccontano
    • Hanno successo ?
    • Qual’è la percezione del loro pubblico
    • Quale strategia hanno adottato (anche rispetto a tutte le attenzioni di cui parlavamo sopra)

    Adesso dobbiamo individuare il focus del nostro blog, definendo di cosa si occuperà

    Fatta l’analisi ed essendoci date tutte le risposte alle domande di cui sopra e avendo messo giù un vero e proprio documento strategico sapremo di cosa si occuperà il nostro blog (e i nostri canali di comunicazione digitale) e come lo farà.

     

    Se vuoi contattami che ne parliamo 

      Content Marketing: il blog non è morto, anzi

      Ho sempre detto che un contenitore, senza un contenuto interessante e costante, non regge, anzi è destinato a perdersi molto presto negli oceani della rete. E’ necessario se si vuole essere presenti, visibili e riconosciuti, avere un ecosistema digitale in grado di tenere in piedi l’interesse verso ciò che siamo, che vogliamo dire e far passare, che vogliamo vendere…

      Il contenitore, immaginate un sacco, senza il contenuto non si regge.

      Ma quale sarà l’ecosistema web aziendale in grado di ospitare i nostri contenuti ? Oggi tutti i contenitori web: sito internet, blog, piattaforma e-commerce. social (Facebook, Linkedin, Youtube), sono in grado di ospitare contenuti sotto forma di diversi formati. Dal testo, alle immagini, ai video, agli audio.

      Le piattaforme social poi provano ad essere sempre più autosufficienti e sempre meno “Aperte” ai contenuti esterni, questo porta molti ad utilizzarle come unico luogo per inserire o programmare contenuti. C’è la possibilità di scrivere note, storie, articoli, fare dirette video, pubblicare video, ecc. ecc. direttamente in piattaforma senza la necessità di dover prendere per forza informazioni da altri contenitori.

      Detto tutto questo in molti hanno cominciato a dire che “il blog è morto”, non c’è più bisogno del blog perché tanto è possibile pubblicare direttamente sui social e, tra l’altro la visibilità naturale che se ne riceve è maggiore perché le varie piattaforme social tendono a favorire i contenuti “proprietari” cioè pubblicati al loro interno.

      Partiamo da alcune considerazioni:

      • Il contenuto pubblicato è vostro
      • Questo contenuto ha un senso se aiuta a portare al vostro brand dei risultati e visibilità
      • E’ necessario che il contenuto, salvo qualche eccezione, porti al vostro sito
      • E’ necessario quindi attivare un blog interno al vostro sito che sviluppi contenuti in grado di favorire il posizionamento organico
      • Il blog aziendale deve essere presente sia se si tratta di un sito di rappresentanza (sito istituzionale aziendale) sia se si tratta di un e-Commerce
      • I titoli degli articoli e i loro contenuti aiuteranno la SEO del vostro sito e la vostra brand reputation

      Dal mio punto di vista quindi, il blog, è il punto di partenza per creare contenuti di vario genere e diffonderli. Vedremo che ci sono anche eccezioni necessarie, ma questo lo vedremo in seguito.

      Ma come devono essere i nostri contenuti e il nostro blog  ? Quali le attenzioni da tenere ?

      • Fissate bene i vostri obiettivi
      • Elaborate un calendario regolare (piano editoriale)
      • Siate vari, non sempre le stesse cose, non sempre lo stesso stile
      • Andate oltre la parola scritta (usate le diverse modalità di comunicazione disponibili)
      • Le dimensioni del pezzo hanno un senso (valutate bene quanto deve essere ampio il vostro pezzo, il vostro video, ecc.)
      • Imparate a scrivere titoli efficaci, Il titolo rende vincente un pezzo contribuendo almeno per il 60% del tutto
      • La grafica è importante e necessaira
      • Siate stimolanti (mai essere piatti)
      • I commenti è meglio moderarli (sulle piattaforme social non lasciate le domande e le considerazioni senza risposta)
      • Applicate tag e categorie a ogni contenuto (sono molto importanti per la riconoscibilità del pezzo e anche del pubblico)
      • Scrivete così come siete abituati a parlare (non scrivete in uno stile non naturale)
      • Non pensate troppo, siate spontanei

      Mi occupo di contenuti da anni. Vi posso garantire che qualsiasi evoluzione ci sarà sulla tecnologia, nulla potrà sostituire il contenuto.

      Scrivetemi pure se volete.

        Digital Marketing, il primo passo è la squadra

        Più passano gli anni, più mi occupo di digital marketing e digital strategies, più mi convinco del fatto che alla base di tutto ci debba essere una squadra in campo, consapevole di giocare una partita comune.

        Quanto più il o i digital strategist vengono lasciati soli a svolgere il loro lavoro dall’azienda, tante più sono le probabilità di incorrere in un insuccesso.

        Chi mette sul mercato prodotti, soluzioni e servizi è lui il vero protagonista della “vendita” al cliente. In questo caso il “chi” non si riferisce solo al management dell’azienda, ma a tutti i protagonisti, dal proprietario all’ultimo (si fa per dire) degli operai o dei fattorini.

        Basta che uno qualsiasi di loro sbagli approccio, non sia abbastanza empatico o reattivo, non faccia vivere un’esperienza d’acquisto positiva al cliente che tutto il lavoro fatto per rendere positiva quell’esperienza può finire male con la necessità di ricominciare da capo.

        Ecco perché da sempre sia io, sia i miei colleghi facciamo, ancor prima di partire alcune ore di incontro, formazione e ascolto con il personale dell’azienda.

        L’incontro:

        L’incontro è importante perché abbatte muri, sospetti e reticenze verso chi arriva in azienda e prova ad impostare una nuova strategia di lavoro per il digitale. Rompere sui pregiudizi, essere subito parte della stessa famiglia aiuta ad essere subito in trincea tutti insieme per il bene dell’azienda e la soddisfazione dei clienti.

        La Formazione:

        La formazione serve a far passare alcuni concetti legati al digitale e alcuni azioni minime che ciascuno può e deve mettere in campo per favorire la riconoscibilità dell’azienda sulla rete e sul campo. Da lavoratore a protagonista dell’azienda. Da dipendente a partner… Una squadra consapevole di quello che succede e di qual’è la partita che si sta giocando non può che essere una squadra ben messa in campo e, alla lunga vincente…

        L’Ascolto:

        Posso scrivere e progettare strategie per tutte le tipologie di azienda, ma non sono un tuttologo. Per questo motivo è necessario ascoltare sempre e con attenzione, chi si sporca le mani sul campo e incontra direttamente i clienti o i potenziali clienti. E’ importante incontrare il management per la vision e gli obiettivi da raggiungere, è importantissimo incontrare gli operai, gli addetti al servizio clienti, eccetera, perché sono loro che ti racconteranno chi sono i clienti, cosa chiedono, cosa trovano, cosa vorrebbero, cosa potremmo dargli in più o in modo diverso.

        E’ con l’ascolto che si costruisce la squadra:

        Nessun Digital Strategist può pensare di andare in azienda, sedersi a un tavolo per la prima volta con loro e dettare o illustrare ricette decise a tavolino che non saranno sentite proprie dai protagonisti e che, proprio per questo, al 90%, non risulteranno essere efficaci.

        Meditiamo gente, meditiamo.

        Se volete contattatemi:

          Inbound marketing, attrarre e coinvolgere i clienti. Saranno loro a cercarti.

          Quale ruolo per il Blog

          Per cominciare un funnel di marketing che funzioni è necessario portare le persone interessate al tuo business sulle tue pagine.

          E’ necessario quindi avere un piano editoriale con la programmazione dei contenuti, pubblicarli e cominciare così a creare interesse e traffico. E’ sufficiente ? Sicuramente è il primo passo.

          Quindi è necessario senza ombra di dubbio avere un blog e lavorare affinché i contenuti siano concepiti in ottica SEO, cioè vengano ottimizzati per indurre il motore di ricerca a trovarle e a indirizzarvi gli utenti della rete.

          E’ consigliabile, perciò, fare un lavoro sulle keyword che devono essere presenti e contestualizzate all’interno dell’articolo che andremo a scrivere. Non dimentichiamo quello che ci siamo detti nell’articolo precedente e cioè che chi naviga cerca “informazioni”, pone domande, i nostri contenuti devono rispondere a delle domande, devono soddisfare questa ricerca di informazioni.

          Ma il blog non serve solo a portare pubblico sulle pagine aziendali e a far apprezzare i contenuti, serve anche a portare il pubblico, in maniera abbastanza naturale, verso gli obiettivi on line aziendali. Per fare ciò si creano delle landing page, in grado di ricevere l’atterraggio del pubblico che arriva dal blog e dagli altri canali dell’ecosistema web aziendale.

          Dal Blog alle Landing Page

          Per portare traffico dal blog alle landing è bene inserire all’interno del testo dell’articolo e del post del blog dei link che portino alla landing page. Si potrebbero anche usare dei banner interni al testo o nella sidebar laterale del blog o nel suo footer.

          E’ chiaro che questi link devono essere contestualizzati e non percepiti come qualcosa d’altro rispetto al contenuto del post. Anche le sidebar possono essere personalizzate per categoria o tag, specialmente se parliamo di WordPress come CMS (Content Management System).

          Se ad esempio ho degli articoli del content marketing e sono così categorizzati potrei fare in modo che ci sia una sidebar personalizzata che contenga banner che portino a una landing page che parli di questo tipo di servizio.

          Inbound Marketing: non il blog, ma un ecosistema

          Ovviamente non ci si può basare solo sui probabili e possibili risultati rivenienti dall’attività editoriale sul Blog.

          Giusto per fare un esempio i contenuti video e le immagini oggi giocano un ruolo fondamentale nell’attirare pubblico. Essi vanno veicolati attraverso le piattaforme social per  portare gli utenti verso le landing pages aziendali o verso prodotti specifici che intendiamo vendere o promuovere.

          Attorno all’azienda va creata una community, vanno utilizzati infuencer in grado di convincere il vostro pubblico.

          Bisogna essere in grado di tessere relazioni sulle rete e coltivarle, bisogna saper fare PR on line.

          Le scelte che si fanno per mettere su un funnel di inbound marketing devono essere guidate (almeno è auscpicabile) da un digital strategist in grado di supportare l’azienda nel suo percorso.

          E’ chiaro che per ogni obiettivo c’è una strategia, è quindi difficile dire se l’Inbound marketing sia meglio dell’outbound marketing.

          Quello che è certo è che l’inbound marketing ha in sè una nuova visione del mondo e cioè:

          • se l’outbound marketing punta con campagne esterne più o meno appariscenti a portare pubblico in negozio (da voi);
          • l’inbound marketing lavora affinché siano i clienti a cercarvi e venire da voi. Il concetto è rivoluzionario. Chi sceglie di venire da voi ha già fatto un po’ di strada verso l’acquisto.

          Proviamo a parlarne !

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