fbpx
Il copy a risposta diretta: per avere risposte immediate

Il copywriting a risposta diretta rappresenta una strategia di marketing volta a redigere testi persuasivi in grado di spingere il lettore o lo spettatore a intraprendere un’azione specifica, come effettuare un acquisto, iscriversi a una newsletter o richiedere informazioni.

La principale caratteristica del copywriting a risposta diretta risiede nella sua capacità di generare una risposta immediata. Ciò implica che il messaggio deve essere estremamente convincente al punto da spingere il destinatario a compiere un’azione senza esitazioni o indugi.

Di seguito, troverai alcune linee guida fondamentali per condurre un copywriting a risposta diretta di successo:

  1. Conoscere il proprio pubblico: Prima di scrivere il copy, è essenziale comprendere chi sono i potenziali clienti. Bisogna indagare sui loro desideri, bisogni e preoccupazioni al fine di creare un messaggio in grado di connettersi con loro e stimolarli all’azione.
  2. Catturare l’attenzione: Il copy deve essere in grado di catturare immediatamente l’attenzione del lettore o dello spettatore. È possibile utilizzare titoli accattivanti, domande provocatorie o affermazioni sorprendenti per suscitare interesse e stimolare la curiosità.
  3. Presentare i vantaggi: Comunicare chiaramente i vantaggi offerti dal proprio prodotto o servizio è fondamentale. Sottolineare come esso possa risolvere specifici problemi o soddisfare bisogni dei clienti. Si può fare leva sulle emozioni e sulle esperienze positive che il prodotto può offrire.
  4. Offrire una proposta di valore: Presentare una proposta di valore chiara e convincente è essenziale. Spiegare perché il proprio prodotto è unico, qual è il valore aggiunto che offre e come si differenzia rispetto alla concorrenza. Includere offerte speciali, promozioni o garanzie al fine di aumentare l’attrattiva dell’offerta.
  5. Utilizzare una call to action (CTA) efficace: La CTA rappresenta la parte del copy in cui si chiede esplicitamente al lettore di compiere un’azione. È importante che la CTA sia chiara, diretta e facilmente eseguibile. Utilizzare verbi imperativi e creare un senso di urgenza al fine di spingere il destinatario a prendere una decisione immediata.
  6. Testare e ottimizzare: Il copywriting a risposta diretta richiede un costante processo di test e ottimizzazione. Misurare i risultati delle campagne e apportare modifiche per migliorare le performance. Testare differenti titoli, CTA e argomenti per comprendere ciò che funziona meglio con il proprio pubblico.

In sintesi, il copywriting a risposta diretta richiede una combinazione di creatività, conoscenze psicologiche e comprensione del proprio pubblico di riferimento. Concentrarsi sulla creazione di un messaggio persuasivo in grado di catturare l’attenzione.

Presentare i vantaggi e spingere i lettori a compiere un’azione immediata rappresenta la chiave del successo nel copywriting a risposta diretta.

È importante mantenere un approccio professionale, utilizzare un linguaggio persuasivo e comunicare in modo chiaro ed efficace.

Leggi il blog

Una metrica per misurare il return on digital change. la mia intervista a Francesca Maria Montemagno

La trasformazione digitale nelle organizzazioni, qualunque sia il loro ambito di riferimento, non è più una scelta, ma una necessità dettata dell’evoluzione delle dinamiche del mercato e del contesto socio-economico.
In linea generale, quando ci si riferisce alla digital transformation, si tende a tradurla con adozione tecnologica, ma il buon esito di un progetto di trasformazione digitale è molto di più del mero utilizzo di applicativi e strumenti. Piuttosto, è determinato dall’apertura al cambiamento e dalla capacità di rigenerare il mindset delle persone coinvolte.

Ne ho parlato con Francesca Maria Montemagno di Smartive.

 

Volontariato: Comunicare ha la stessa radice di Community, da dove partiamo

Ci sono tantissime organizzazioni non profit e di volontariato che comunicano e lo fanno anche bene. Ce ne sono molte altre, magari più piccole e meno organizzate che non ce la fanno pur svolgendo un ruolo nella società non indifferente e di irrinunciabile utilità.

Molte di queste ultime non riescono a comunicare anche perché i loro budget (se ci sono) sono limitati e non consentono, diciamo così, investimenti che possano provocare esborsi da dare a terzi per realizzare la propria comunicazione.

Alle volte non solo non esistono risorse economiche, ma anche risorse umane da dedicare alla propria comunicazione e alla promozione della propria attività al fine di creare: consenso, solidarietà e sostegno a quanto messo in campo.

C’è bisogno quindi di uno sforzo che consenta di mettere in piedi una piccola squadra nella propria organizzazione in grado di comunicare anche attraverso la normale comunicazione che ogni socio o volontario quotidianamente certamente fa.

Provo qui ad elencare alcune cose di cui certamente bisogna essere consapevoli e che certamente bisognerà valutare per sostenere il proprio operato, anche per farlo conoscere al pubblico. Leggi il blog

Communication Strategies: Si può fare una torta senza ingredienti?

A chi non è capitato di prendere un lavoro senza approfondire con il cliente cosa avevamo in mano.

Partendo dall’assunto: “tanto io sono bravo e me la cavo” si parte con tanto ottimismo e una buona dose di incoscienza.

Come un bravo pasticciere il “bravo comunicatore” si siede a tavolino e guarda il suo Pc con l’impazienza di chi sa già quali sono gli ingredienti da utilizzare e i risultati da ottenere.

Spesso però questi ingredienti non ci sono e allora comincia uno stillicidio continuo di contatti con il cliente dal quale spesso ci si aspetta più risposte di quelle che è in grado di dare:

Le strategie di comunicazione dovrebbero:

  •  delineare l’obiettivo/gli obiettivi della comunicazione,
  •  identificare gli stakeholder,
  • definire i messaggi chiave,
  • individuare potenziali metodi di comunicazione e i canali per la comunicazione di informazioni per uno scopo specifico.
  • specificare i meccanismi che verranno utilizzati per ottenere un feedback sulla strategia

Chi

Come prima cosa bisogna definire comunque con CHI si vuole parlare/comunicare:
Dopo aver determinato il motivo della comunicazione bisogna definire il pubblico che bisogna
raggiungere e come, bisogna essere in grado di rispondere alle seguenti domande:

  • Chi è coinvolto, interessato?
  • Esiste il pubblico che vorremmo interessare?
  • Ci potrebbero essere altri che potrebbero essere interessati?
  • Ci sono delle nicchie di pubblico che di solito vengono tralasciate e che invece potremmo raggiungere?

Strategie di comunicazione:

  • Di quali informazioni siamo già in possesso e quali informazioni ci può fornire ogni stakeholder
    aziendale?
  • Quali informazioni possiamo fornire noi ad ogni stakeholder?
  • Ci sono questioni di cui lo stakeholder aziendale è preoccupato?
  •  Come è probabile che reagirà ogni stakeholder rispetto alla strategia e ai contenuti della comunicazione?”

Bisogna tener conto del fatto che la determinazione del pubblico a cui ci si rivolge, svolge un ruolo fondamentale nella scrittura e realizzazione dei messaggi chiave e determina il loro successo.

Che cosa

Una volta definiti obiettivi e quali devono essere i destinatari della comunicazione, è bene incontrare il team del nostro cliente per definire insieme il “cosa” dire.

Come
Identificati i messaggi chiave, è necessario determinare i canali per la diffusione dei messaggi
Ecco alcune opzioni:

  • Incontri aperti in sede
  • Eventi speciali o ricorrenze aziendali
  • Supporti elettronici, inclusa e-mail marketing,  sito web
  • Incontri faccia a faccia (ono to one) con le principali parti interessate (in target)
  • Focus group
  • Media, inclusi TV via cavo, annunci display, notizie comunicati e conferenza stampa
  • Incontri pubblici
  • Social media, ad es. YouTube, Facebook, Instagram, Tik Tok, Twitter
  • Workshop

Si può ipotizzare una comunicazione diversa anche a seconda degli obiettivi e del pubblico da raggiungere. In questo caso potrebbero essere diversi i canali da utilizzare, oppure gli stessi canali potrebbero essere usati in maniera diversa.

Come il buon pasticcere, anche il buon comunicatore deve avere in mano tutti gli ingredienti per cominciare, altrimenti mentre lievita il pan di spagna, si smonta la panna, mentre si cerca lo zucchero ci si accorge di non avere le uova… e la torta non solo non riesce, ma non parte neanche…

Donneee! E’ arrivato l’arrotino! L’importanza di intercettare la domanda latente

Nei giorni scorsi mentre facevamo una riunione con dei colleghi per delle pianificazioni per dei nostri clienti e in strada sentiamo l’inconfondibile: “Donne!… è arrivato l’arrotino!…”.

Dopo un primo sorriso reale, abbiamo cominciato a disquisire dicendo lui si che “intercetta la domanda latente”. Non so chi ha bisogno di sistemare forbici, coltelli, altro, ma passando per strada intercetti tutti e tutte coloro che in quel momento non stavano pensando di sistemare le “lame” di casa, ma che all’urlo: “donne è arrivato l’arrotino” hanno subito pensato di approfittarne.

Per il marketing on line oltre che intercettare la domanda consapevole è molto importante intercettare la domanda latente quella cioè che non scaturisce da ricerche consapevoli e immediate che fanno emergere un’urgenza (necessità), ma quella che emerge “vedendo”, “incontrando” l’oggetto o il servizio desiderato facendo altro.

Tipicamente la domanda latente oggi la si intercetta sui social network, Facebook ad esempio, Instagram e altri ancora dove, per la maggior parte dei casi, le persone si intrattengono più per il “cazzeggio” (tempo libero, curiosità, passioni… ecc.) che per altro.

L’arrotino passando per le strade e urlando “Donne… è arrivato l’arrotino!” compie un’azione fondamentale e cioè: distoglie l’attenzione di chi evidentemente era in tutt’altre faccende affaccendato e lo porta sulla sua lunghezza d’onda… “L’arrotino? posso sistemare le mie forbici e i miei coltelli… “

La stessa cosa deve fare chi ad esempio pensa di attrarre l’attenzione su una propria sponsorizzata Facebook. Deve essere in grado di far distogliere l’attenzione del navigatore di Facebook da ciò che sta facendo e portarlo a guardare il proprio contenuto e di conseguenza ad interessarsene.

Una grafica e un copy ben fatti possono aiutare in tal senso.

Intercettare la domanda latente è quindi un ingrediente fondamentale del marketing digitale.

Insieme alla capacità di intercettare la domanda consapevole formano un connubio essenziale per chi pensa di fare affari on line.

Quanto vale vale la pena curare i propri lead?

I lead sono quei contatti di cui si è in possesso e che ben “nutriti” possono diventare clienti.

E’ bene investire in:
LEAD NURTURING (è l’insieme di attività che permette di curare, nutrire e alimentare i rapporti con i potenziali clienti)

  • Awareness/Conoscenza/Consapevolezza(far conoscere il brand utilizzando i vari canali)
  • Considerazione (contenuti che mirano a stimolare l’interesse dei potenziali clienti e stimolando la loro intenzione d’acquisto. Fare tesoro dei dati di engagement)
  • Conversione (Contenuti e azioni che mirano alla conversione. Offerte dedicate, pubblico segmentato)
  • Post di fidelizzazione (Contenuti e azioni che puntino a fidelizzare il cliente dopo l’acquisto)

Pochissime aziende si dotano di un processo organizzato e automatico per:

  • Generare lead (generation)
  • La cura dei lead (nurturing)
  • La classificazione dei lead (scoring)

Le cause:
Spesso risulta difficoltoso collegare tra loro piattaforme di web marketing e differenti sistemi di gestione dei clienti e dei contatti..

I lead generati dalle varie campagne e attività sui vari canali, caldi o freddi che siano, non vengono classificati e vengono così passati alla forza vendite senza alcun dato aggiuntivo: «freddi»

Problemi:

  • Si impiegano risorse per lead non qualificati
  • Non si riesce a gestire in modo adeguato i lead già qualificati

Quali passi si possono fare per “riscaldare” un lead prima di essere passato alle vendite?

Un esempio:

  • Si invita con un’email l’utente a scaricare un ebook
  • L’utente clicca sul link e scarica l’ebook
  • Successivamente l’utente riceve una mail per provare un vostro prodotto disponibile online
  • Dopo un po’ se il cliente ha partecipato alla vostra prova riceve un ulteriore messaggio che lo invita a scaricare un vostro listino/catalogo ed eventualmente a richiedere un preventivo
  • Il lead è passato alle vendite

5 esempi per la gestione dei lead:

Azione:

  1. Iscrizione a una newsletter
  2. Visita a una pagina di prodotto
  3. Download ebook o white-paper
  4. Acquisto di un prodotto
  5. Ritorno del cliente su una pagina prodotto

Esca:

  1. Invio di una mail di ringraziamento e benvenuto
  2. Invio di una mail promozionale, attivazione di una campagna di retargeting
  3. Invito a una demo
  4. E-mail per cross-selling o di richiesta recensione
  5. Invio di una mail con uno sconto personalizzato e relativo a specifico prodotto

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi