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Content Marketing, i tempi cambiano

di Michele Dell'Edera Gen 7, 2017

Cambiano i tempi per il content marketing, cambiano le modalità di engagement, quindi cambiano le strategie.

Pur essendo in calo la pubblicità on line resiste anche se la concorrenza da battere è sempre più agguerrita e abbondante.

Per questo motivo molti si rivolgono al content marketing, cioè alla possibilità di convincere i propri possibili clienti attraverso la diffusione di contenuti utili e interessanti di diverso tipo.

E’ chiaro che l’eccesso di pubblicità ha fatto optare molte aziende per i canali social come possibile luogo dove fare campagne di advertising. In questi canali dove oggi stazionano più frequentemente e più volentieri gli utenti.

Anche questo, però, potrebbe non essere sufficiente se non accompagnato da un serio e accurato studio dell’utenza e della possibile clientela dell’azienda e dei suoi comportamenti. Ecco che al normale lavoro sui target oggi si amplia il lavoro nel conoscere meglio le “personas”, cioè il possibile “carattere” e comportamento di un ipotetico cliente classificato per età, contesto, scenario geografico, interessi, luoghi dell’acquisto (on line, in store, in mobilità,ecc.) e altri aspetti del tipo: è fidanzato, va a scuola, lavora, è indipendente economicamente, si sposta con i mezzi pubblici o con mezzi privati, perché si sposta, com’è il suo ambiente di lavoro, eccetera, eccetera. In poche parole se prima la catalogazione era per target oggi ogni target è diviso per tipologia di individuo, “persona”s appunto.  Il singolo è più importante della sua categoria di individui. Se si risponde a ogni singolo si hanno maggiori possibilità di ottenere risultati soddisfacenti.

Il Content Marketing quindi non deve più stimolare una massa di persone di un certo tipo, ma “una persona” in particolare ben individuata tra le tante che compongono un più ampio target di individui.

I contenuti non devono più “convincere” e “convertire” i contatti in clienti, ma devono aiutare a “conversare” (stimolare la richiesta di contatto) e poi a “convertire” i propri contatti in clienti. Senza contatto diretto oggi è difficile convertire quelli che una volta erano leads di una determinata lista.

Oggi un lead è “caldo” se è conosciuto e se è divenuto un interlocutore ancor prima che un cliente.

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