Ma la parola “successo” è ancora la più adatta ?
Mi ci ero (sono) abituato anche io e, ad ogni piè sospinto, ad ogni presentazione di una possibile consulenza, ad ogni preventivo, ad ogni relazione inserivo (e forse inserisco ancora) la parola “successo”.
Parola bella, fa molto americano, fa subito immaginare un’impresa, un professionista che raggiunge il tetto del mondo nel suo ramo e nel suo territorio e ottiene ottimi risultati.
E allora tutti noi a convincere i nostri clienti che senza di noi sarà difficile raggiungere il “successo”, senza di noi non è possibile “vincere” la partita.
Allora mi chiedo e vi chiedo: “Ma se tutti raggiungono il successo, chi emergerà ?”
Mi suona un po’ come il tutti colpevoli nessun colpevole. Tutti raggiungono il successo, quindi nessun successo è raggiunto.
Siamo certi che sia questa la sfida ?
Certo vendere tanto è un successo ovviamente. Ma un’azienda, un imprenditore deve pensare solo a sè stesso (al proprio successo) o deve essere attento alla soddisfazione (all’ascolto) del proprio cliente e quindi di conseguenza poi alla propria soddisfazione che non è e non può essere solo economica, ma anche professionale.
Sono bravo non perché sto sul podio, ma perché aiuto i miei clienti a partecipare, magari a non arrivare ultimi, ma a partecipare ad avere la soddisfazione di arrivare al traguardo e non di “arrivare” sempre e comunque primo.
La balla della “crescita” perpetua e della vittoria a tutti i costi ci ha fatto perdere di vista il fatto che si possa vivere bene, agiatamente, senza per questo essere a tutti i costi “un vincente”.
Attenzione non sto dicendo né di accontentarsi, né di volare basso, sto dicendo che, forse i nostri linguaggi fatti troppo da squilli di tromba e rullo dei tamburi, da saluti alla bandiera ecc. ecc. sono scene più da film che da realtà.
In fondo il successo cos’è se non il vivere bene la propria vita professionale e aziendale e cercare di dare il proprio contributo perché anche gli altri (i nostri clienti) possano fare altrettanto.
Pensiamoci.