Branding aziendale, come acqua pulita che libera acqua torbida

bicchiereacquaMi trovo sempre più spesso a incontrare aziende, enti e istituzioni che non hanno “una cattiva reputazione”, ma che, magari, sono vittime di quelle poche notizie non propriamente positive che li riguardano.

Quello che più li meraviglia è che “anche notizie vecchie” continuino a “prendere la scena” rispetto a quelle vecchie e che, magari, “anche facendo tante cose positive” questo trend negativo non cambi.

E’ evidente che questi soggetti evidentemente non fanno alcuna azione di branding aziendale sulla rete e che quindi sperino, in maniera, un po’ casuale di invertire la tendenza grazie allo scorrere del tempo e, anche a cose buone che da un po’ si stanno mettendo in campo.

Dato che il 90% dei casi non consente la cancellazione dei contenuti negativi dalla rete anche quando obsoleti, allora forse è  il caso di immaginare la propria reputazione sulla rete come un vecchio recipiente di acqua torbida e stantia dal quale è “vietato” (non è possibile) buttare via l’acqua presente e stagnante.

La domanda che vi faccio è: Come fa un lago a rinnovare la propria acqua se non con un sistema di corsi d’acqua che entrano e altri che escono dal lago stesso ?

E quel famoso recipiente di acqua stantia come potremmo fare a ripulirlo non potendolo svuotare ? Ecco potremmo ottenere un buon risultato andando a versare nello stesso recipiente acqua pulita fino a quando tutto il suo contenuto non risulti pulito… In pratica andando a versare contenuto nuovo e sano “sopra” quello vecchio e torbido otterrei l’effetto di mettere sempre più in primo piano quello limpido e pulito.

Ecco, se non si fa branding aziendale, immettendo nuovi contenuti, raccontando ciò che di positivo si sta facendo, magari facendo raccontare anche a propri clienti o interlocutori esperienze positive vissute è difficile ricostruire o costruire una brand image nuova e che rispecchi il nuovo status aziendale. E’ un lavoro, lento, certosino e continuo.