GOOGLE, NUOVE REGOLE E LA NOSTRA GEO-PRIVACY
Ormai quasi tutti lo sanno, dal primo marzo Google metterà in pratica la nuova policy di utilizzo dei suoi servizi. Una Policy che andrà ad unificare e semplificare le 60 e più presenti fino ad oggi. Qualcuno, nella semplificazione ha letto una diminuzione del livello di tutela della privacy.
Da Google, fanno sapere che non cambierà nulla da questo punto di vista e che tutti i contenuti che un utente immagazzinerà sotto password e che non vorrà condividere con altri, non saranno condivisi e saranno protetti esattamente come oggi.
Nessun cambiamento epocale quindi, ma semplicemente una semplificazione nell’utilizzo dei servizi.
Certo, che moltissimi servizi on line gratuiti e non solo, consentano di condividere account e profili non è un fatto di oggi ed è una tenedenza che si andrà sempre più consolidando, per cui è chiaro che come utenti dovremo sempre più essere consapevoli e capaci di gestire i nostri dati sulla rete e di “difendere” ciò che non vogliamo sia alla mercè di tutti.
Mi viene da dire che se non vogliamo che qualcosa si sappia sarebbe meglio non dirla (ma forse è un’esagerazione e un paradosso), o di essere certi di dirla “solo” alla cerchia ristretta dei nostri amici.
Lo abbiamo detto altre volte, l’utilizzo di servizi on line e mobile gratuiti comporta per forza di cose un “do ut des”. Io uso il servizio, ma cedo un po’ dei miei dati e delle informazioni sulle mie abitudini ai gestori del servizio che in qualche maniera se li rivenderanno in forma aggregata, geografica, o personale.
Sempre più, inoltre, anche se non lo si può ancora definire un fenomeno di massa, abbiamo la tendenza a raccontare on line dove siamo, dove siamo stati e cosa stiamo facendo o abbiamo fatto. Qui moltissimi storcono il naso, ma anche su questo tema della “geo-privacy” direi che non si può bloccare una tendenza inarrestabile. Quello che ciascuno di noi può fare è gestire in maniera “morigerata” le proprie informazioni, cioè fornire anche a sistemi come “Google Place”, “Facebook Luoghi”, “Foursquare” e altro ancora le informazioni strettamente necessarie a “giocare” con i nostri amici (e interlocutori) e non particolari troppo “rilevanti” sulle nostre abitudini, sui nostri percorsi abituali eccetera, eccetera.
Direi che una buona conoscenza degli strumenti che andiamo ad utilizzare aiuta molto.