A CHI AVEVA PAURA DI BILL GATES

Per anni ci siamo sentiti dire, forse a ragione, che bisognava in tutti i modi bloccare la Microsoft e Bill Gates per impedirgli di utilizzare la sua posizione dominante nell’installazione di sistemi operativi sui computer di tutti il mondo partendo dal mitico MS-Dos per arrivare ai più moderni sistemi Windows.

Si è bloccato Bill Gates anche quando su Windows ha cominciato a installare di default Internet Explorer distruggendo di fatto, almeno nei primi anni, la concorrenza e costringendo Netscape (il famoso browser) alla resa.

Poi una serie di cause contro la posizione dominante Microsoft hanno fatto in modo che questa “occupazione” venisse abbastanza rallentata. In realtà la Microsoft in questi anni, specialmente su internet, ha commesso una serie di errori madornali, quando addirittura, all’inizio, aveva immaginato di costruirsi una sua “internet” configurando MSN come una rete totalmente a parte.

Per cui il caro Bill errori ne ha commessi ed oggi prova a rimediare con Bing e servizi affini, ma la battaglia è dura.

E’ dura soprattutto perché essendo tutti i puristi della rete impegnati a combattere Bill, il “piccolo” Google cresceva sano e robusto sbaragliando tutta la concorrenza e aggiungendo al motore di ricerca sempre più importanti e qualificati servizi.

Ovviamente alla crescita di Google bisogna riconoscere una notevolissima dose di genialità dei fondatori e del management.

Oggi possiamo dire che se non sei su Google non esisti. Con l’avvento del Cloud Computing tutta una serie di servizi e apps si sono aggiunte, tanto da vincolare (compreso il sottoscritto) la maggior parte degli utenti della rete ad utilizzare servizi rivenienti dal mitico motore…

Oggi però da casa Google viene fuori un’altra tentazione cioè quella di sostituirsi a tante piccole aziende che in tutto il mondo offrono servizi per la rete. Questo è un errore, perché è vero che in rete dominano grandi player, ma è altrettanto vero che i grandi player, se non vi fossero le piccole formiche della rete ad accumulare granelli di ricchezza anche per i più grandi, non andrebbero da nessuna parte.

Sono convinto che anche da Google prima o poi verrà questa riflesssione, ma a scanso di equivoci ben venga la concorrenza e la pluralità.