BUON 2011 A TUTTI !
Che sia un anno di soddisfazioni e felicità !
BUON 2011 A TUTTI !
Michele Dell’Edera
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Copy e Digital Strategies
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Internet ha cambiato, checché se ne dica, il modo di operare delle imprese. Ormai, ma non è una novità di oggi, le persone non utilizzano più internet per giocare, ma, forse e soprattutto, per lavorare.
In questo momento di congiuntura negativa per l’economia mondiale uno dei settori più colpiti è quello immobiliare, il real estate.
Il Real Estate, e non senza qualche ragione, è stato considerato un mercato in declino fino a quando però, specialmente negli ultimi tempi, non ha ricevuto una forte boccata d’ossigeno dall’avvento del web 2.0. Il marketing immobiliare on line ha dato una linfa nuova a un settore che sembrava decotto. Leggi il blog
Bighellonando sulla rete sono incappato nel blog di Kara Swisher e su di esso ho letto con molta attenzione un articolo nel quale si faceva notare che il web 2.0 è un po’ come la vecchia serie televisiva “Piccole Canaglie” dove, in una puntata, all’ingresso del famoso rifugio in legno dei famosi ragazzini terribili vi era un cartello minaccioso che recitava più o meno così: “Divieto di ingresso alle ragazze”.
I Social Network, i blog, i portali e i siti 2.0 più famosi oggi hanno un’utenza femminile che supera per quantità e tempo di utilizzo ampiamente il 50% degli utenti totali, ma, alla guida degli stessi, quasi mai vi sono delle donne.
Cosa vorrà dire ? Leggi il blog
Sarebbe ora di dire: finalmente ! Le aziende italiane cominciano a credere in internet e soprattutto nel web marketing, un web marketing non solo legato all’indicizzazione, ma alla più complessa attività di comunicazione attraverso il web dove l’azienda non cerca più in qualche maniera (SEO, SEM, ecc.) di farsi trovare, ma è attiva promuove, difende e valorizza la sua reputazione, il suo brand.
Sempre più aziende, nel nord-est in particolar modo, oseremmo dire come al solito, si muovono sul mercato affidando al web non solo la promozione, ma anche il rapporto con i clienti o con i potenziali clienti. Sempre più grande è la richiesta di aziende specializzate e di consulenti in grado di seguire le imprese da questo punto di vista.
Le relazioni, il passa parola, la buona reputazione, sono da sempre il sale degli affari, non si è scoperto nulla, solo che fino a ieri queste cose le si faceva solo con il cliente o potenziale tale vicino all’azienda nel raggio geografico della sua azione o delle sue relazioni reali. Oggi le relazioni si possono creare e non hanno confini né geografici né di rapporto diretto. Oggi ciascuno può raggiungere persone, professionisti, altre imprese senza troppi filtri. Certo il tutto non può rimanere virtuale, né tantomeno essere fittizio o, ancora peggio, falso. Bisogna trasformare quei contatti virtuali, quelle relazioni in qualcosa di vivo, di vero, di Leggi il blog
Da un paio di giorni si rincorrono le voci su un possibile siluramento da parte di TIM di Belen Rodriguez che, secondo alcune voci aziendali, non avrebbe apportato alcun risultato alle vendite, anzi avrebbe contribuito alla diminuzione delle stesse.
Senza entrare nel merito della professionalità dell’attrice argentina direi che è troppo facile per un’azienda, una multinazionale, dire che la colpa del calo delle vendite è dovuto all’artista presente nei propri spot.
Per la riuscita di uno spot è chiaro che c’è bisogno che sia studiato bene, che sia accattivante, che stimoli il consumatore, che lo porti a consumare. Certo non è che tutti gli acquirenti o i potenziali acquirenti di TIM siano degli sprovveduti ai quali basta presentare le forme della bellissima Belen per convincerli a fare un acquisto. Bisogna sicuramente pensare che ci sono i giovani e giovanissimi, i ragazzi e le ragazze, gli uomini e le donne, i privati e le aziende eccetera, eccetera…
E poi siamo in un mercato che punta sicuramente sul “mobile”, ma su un mobile più complesso, un mobile fatto di sms, ma anche di applicazioni, di social networking, di utilizzo di internet ovunque, eccetera, eccetera. Leggi il blog
Ormai il dato è tratto, per dirla già in modo militaresco, niente più software, niente più macchine, niente più soluzioni e gestioni informatiche in azienda. Tutto fuori o meglio tutto tra le nuvole, la parola d’ordine è cloud (nuvola) o meglio “cloud Computing”. I colossi del web si stanno preparando alla battaglia della storia cercando di affilare tutte le armi senza tralasciare nulla. Parlano di cloud i grossi carrier, parlano di cloud i produttori di hardware, di software, e i potentissimi attori del web primo fra tutti Google, ma non si può dimenticare ormai che anche i social parlano di cloud e… anche Microsoft parla di cloud. Insomma pare che ancora oggi si parta verso la conquista dello spazio, questa volta di uno spazio virtuale. Uno spazio 2.0 e… oltre…
Poco più di un mese fa registravamo, come Zeroventiquattro.it, l’intervento di Google al Technologybiz di Napoli. Ecco il link per chi lo volesse riascoltare.
Una delle perplessità degli scettici del mondo del web 2.0 e del socialnetworking è che la “virtualizzazione” eccessiva della vita e soprattutto degli affari, del business non paga, anzi, alla lunga, svia dagli obiettivi concreti di un’azienda o di un professionista.
In Italia, è forse l’unico caso, esiste H2biz hub italiano rivolto ad aziende, imprenditori, manager, professionisti che all’interno di questa community condividono le loro esperienze, le loro idee, ma soprattutto il loro business. E così che nella community è nata l’idea dello scambio merci, della vetrina delle offerte, della partecipazione a discussioni e quant’altro.
Mi si dirà, né più né meno che in altri social network orientati al Business. Leggi il blog
Non sempre le ha azzeccate, ma Murdoch il magnate dei media starebbe lavorando alla creazione di un quotidiano non on line nel senso stretto, ma solo per iPAD.
Il progetto vedrebbe la collaborazione di Apple e un investimento stimato in 30 milioni di dollari. Il giornale quindi potrà essere “sfogliato” dai lettori al costo di 99 centesimi di dollaro.
Non sono pochi però gli scettici anche tra i collaboratori di Murdoch che gli fanno notare che se anche l’iPad ha avuto è vero una crescita nelle vendite sorprendente, ma comunque è e resta un mercato molto di nicchia che potrebbe non giustificare investimenti così ingenti. Leggi il blog
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